“Il Prefetto vigili per evitare un’espulsione di massa dei sinti a Gallarate”

L'appello di Roberto Malini, co-presidente dell’organizzazione internazionale per i diritti umani EveryOne Group

Campo sinti

«Signor Prefetto, le chiedo di vigilare perché non ci sia una espulsione di massa della comunità sinta di Gallarate». L’appello alla Prefettura di Varese arriva da Roberto Malini, co-presidente dell’organizzazione internazionale per i diritti umani EveryOne Group, «attiva da oltre dieci anni in campo internazionale per la tutela dei diritti delle minoranze soggette a discriminazione ed esclusione». Malini si rivolge con una lettera aperta al Prefetto Vicario di Varese Roberto Bolognesi.

«Il campo di via Lazzaretto fu istituito nel 2007 sulla base di un accordo con l’amministrazione Mucci e accoglie cittadini gallaratesi di origine sinta, con numerosi bambini e ragazzi. L’attuale sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, sembra manifestare il proposito di sgomberare l’insediamento, definendolo abusivo, senza considerare gli aspetti civili e umanitari che pongono la piccola comunità in una condizione di estrema vulnerabilità. La strada che è stata percorsa grazie a tante persone di buona volontà e che ha raggiunto ottimi risultati di convivenza fra i sinti italiani e la cittadinanza di Gallarate, la scolarizzazione progressiva dei minori, il valore di un progetto in linea con quanto chiedono Nazioni Unite ed Unione europea: tutto potrebbe crollare a causa di un’azione di rifiuto che precipiterebbe le famiglie nell’insediamento in una condizione di povertà, disagio ed esposizione inaccettabile sotto l’aspetto umanitario, quello civile, ma anche secondo il buon senso. Comn può essere definita come una buona pratica quella di creare miseria e disperazione, emarginazione e – dall’altra parte – nuovo odio, nuova intolleranza? Il primo cittadino chiede alle famiglie, già provate da condizioni di vita difficili e dall’intolleranza da parte di alcuni cittadini, di andarsene e di trovare da sole una soluzione alternativa».

«E come potrebbero farlo, signor Prefetto? Le istituzioni devono aver cura dei cittadini più deboli, delle donne discriminate ed esposte ai pericoli esterni, dei bambini che pian piano frequentano la scuola e stringono amicizie – a volte osteggiate da genitori poco accoglienti – con i coetanei più fortunati. Più fortunati, perché appartenenti alla maggioranza e non a una minoranza vessata. Il sindaco, come Salvini, parla di “censimento” e dell’uso della forza per mandare via le famiglie nel mirino delle sue politiche. “Ben prima di Salvini, l’umile sindaco di Gallarate aveva provveduto a far fare il controllo del campo di via Lazzaretto, forse prima ancora delle elezioni politiche,” ha detto Cassani, “e da questo controllo o censimento, chiamatelo come volete, è emerso che ci sono strutture fisse e mobili che sono abusive. E come per qualunque cittadino di Gallarate non in regola, si emette una ordinanza di sgombero per ogni singolo manufatto”. Il sindaco, dunque, considera l’espulsione di massa di cento persone vulnerabili e innocenti, con bambini, donne e persone in condizioni socio-sanitarie gravi come un “atto di ufficio”. Le chiedo, signor Prefettto, di vigilare affinché vi sia attenzione umanitaria verso la comunità sinta di Gallarate e non avvenga un’espulsione di massa che costringerebbe le famiglie a una marcia verso il nulla, con conseguenze drammatiche».

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 22 Giugno 2018
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    Scritto da Alessandro Baratella

    Mi divertono le persone che parlano con convinzione di cose che non conoscono perchè non le vivono. Egr. Sig. Roberto Malini… crede veramente in ciò che asserisce? E cioè che queste persone sono poverine e deboli? Provi a farsi un giro all’interno del campo, per vedere le facce che si ritrova addosso, e il clima minaccioso che si percepisce…. provi e poi ne parliamo. E sa quante proposte hanno ricevuto dalle istitituzioni (ma che hanno sempre rifiutato) di trasferirsi in alloggi popolari? Certo, negli alloggi popolari sarebbe pìù complicato gestire la loro esistenza, fatta per lo più di furti e raggiri…

  2. Avatar
    Scritto da Gelo

    Continuo a non capire perché una casa ABUSIVA in un campo Sinti non possa essere abbattuta mentre una casa abusiva di un Italiano qualsiasi possa esserlo.
    Noi Italiani comuni, senza altre qualifiche, siamo esseri inferiori?

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