La gallina e il miracolo di Santo Domingo

Dalla terra del santo si entra nella regione di Burgos

cammino di santiago

Come ogni santo che si rispetti anche Domingo ha un miracolo al suo attivo. Per chi ha poca fede si dovrà accontentare di credere alla leggenda.

Di cosa si tratti lo si scopre presto, perché nel paese che porta il nome del popolare eremita vissuto nella seconda metà dell’anno mille, si vedono spesso galli e galline. Perfino nei forni e nelle pasticcerie ci sono dolci raffiguranti l’animale soggetto del prodigio di Domingo.

La storia racconta di una coppia di pellegrini tedeschi arrivati in una locanda della cittadina con un figlio. La ragazza che lavorava lì si invaghì del giovane e a seguito del suo rifiuto architettò un piano per punirlo. Gli inserì un oggetto prezioso nell’equipaggio e andò a denunciarlo per furto al giudice del re. La coppia venne inseguita, fermata e una volta scoperto il ragazzo fu condannato a morte mediante impiccagione. I genitori disperati proseguirono il pellegrinaggio fino a Santiago e di ritorno passarono ancora dove avrebbe dovuto esser sepolto il figlio morto. Con loro immensa sorpresa scoprirono che invece era vivo grazie a Santo Domingo. Corsero così dal giudice del re per averlo indietro. Questi stava cenando e in modo brusco gli disse: “vostro figlio è vivo come la gallina è il gallo che sto mangiando”. In quell’istante il gallo e la gallina saltato fuori dal piatto e si misero a cantare. Da allora di dice: “Santo Domingo de la Calzada che fece cantare la gallina dopo esser stata cucinata”.

Miracolo o meno il Santo è un vero punto di riferimento ancora oggi e la zona poi sorse la città venne intitolata a lui. Ancor oggi vigila sui pellegrini dopo che oltre mille anni fa bonificò aree paludose, costruì un ospedale e un ponte per rendere più agevole il cammino dei pellegrini diretti a Santiago.

Il Santo è seppellito a fianco della imponente cattedrale. Una struttura che si può ammirare nella sua bellezza solo entrando. Costruita e ampliata tra il XII e il XVII secolo ha molti elementi di pregio. Con tre euro per i pellegrini è possibile visitare la chiesa e il museo adiacente.

Il pellegrinaggio non sempre va d’accordo con il turismo ma sarebbe sciocco non fermarsi a vedere e conoscere storie e monumenti che si incontrano. Il cammino è vivo e si trasforma anche grazie alle vicende che capitano ma soprattutto sono successe nei secoli.

La notte l’ho passata nell’ostello della confraternita del santo a 50 metri dalla cattedrale. Sveglia alle 6 e partenza subito dopo per una tappa all’insegna delle nuvole e perfino di un tempo fresco in totale contrasto con il caldo afoso della precedente giornata.

La tappa si preannunciava facile con i suoi 22.4 chilometri seppur con qualche saliscendi per un totale di 400 mt di salite e meno di 300 di discese. Una serie di piccoli paesini scandiscono il percorso interamente in mezzo al grano e ad altre coltivazioni. Un vero spettacolo le vallate ampie che ricordano alcuni pezzi della nostra Toscana.

Sono arrivato a Belorado prima delle 12 con gli ostelli ancora chiusi. Una volta preso un panino e un bel pezzo di anguria sono stato a chiacchierare con Paolo e suo figlio Jacopo che arrivavano in bici da Roncisvalle. Partiti da Milano alla volta di Santiago si erano fermati per una breve sosta.

Finito il mio piccolo pasto ci ho pensato su un po’ e poi zaino in spalle sono ripartito per allungare la tappa di cinque chilometri arrivando a Tosantos, un agglomerato di una ventina di case con una bella chiesa rupestre.

Sarà che sono in cammino da cinque giorni, sarà stata l’anguria che amo alla follia, un proverbiale cambio di scarpe (Saucony sante subito. Per la seconda volta mi danno grandissime soddisfazioni), insomma sarà anche l’Intercessione del Santo, ma oggi sarei potuto andare ancora più avanti. Poi ci sono i piedi da curare, il bucato da fare, il corpo da riposare e il tempo per scrivere e così mi sono fermato dopo 27,5 chilometri.

Ho scoperto che questo periodo non ha il massimo del numero dei pellegrini. Il mese top è maggio, quest’anno andato malissimo per un maltempo continuo, poi luglio e agosto.

A Tosantos non c’è molto da fare, ma anche questo è il bello del cammino, intervallare città e paesi importanti con località sconosciute e solo punto di riferimento per dormire.

In una delle prossime puntate vi racconterò anche equipaggiamento fisico e tecnologico. Abbiate pietà per la scrittura e anche qualche errore di troppo ma scrivo con uno smartphone e il correttore automatico se non lo curi fa quello che vuole.

Ancora due giorni e arriverò a Burgos. Oggi intanto c’è stato il passaggio di regione. Dopo i Paesi Baschi, la Navarra, il Riojo siamo entrati da poco in quella di Burgos.

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Pubblicato il 22 Giugno 2018
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  1. Avatar
    Scritto da Lodovico Piantanida

    nella cattedrale ci sono ancora le galline vive….per non dimenticare…….
    spettacolare…come il Paradores a lato…fantastica sosta….
    ci sono stato a marzo 2018
    saluti da Lodovico
    P.S. consiglio una sosta alla “real collegiata di Sant Isidoro” in centro a LEON

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