Campo sinti, Cassani va avanti sostenuto dalla sua maggioranza
Il sindaco sventola le foto degli abusi al campo e attacca associazioni e sindacati: "Si spacciano per solidali ma fanno politica"
Sullo sgombero del campo sinti di Gallarate il sindaco Andrea Cassani va avanti. Il primo cittadino ha risposto con durezza, in consiglio comunale, alla lettera inviata da tante realtà diverse del mondo cattolico e del sindacato.
Cassani ha criticato «questi spiriti liberi e solidali» che hanno sottoscritto la lettera, ha accusato la consigliera Pd Margherita Silvestrini di aver «tessuto la tela» della presa di posizione, ha lodato implicitamente Exodus che non ha firmato l’appello. «Realtà che si spacciano per solidali ma sono politiche», ha continuato, dicendo che «al di fuori di qualche volontario delle Acli, nessuno è mai stato lì» (anche se va detto che il progetto delle Acli ha coinvolto anche volontari di altre realtà firmatarie, come gli scout dell’Agesci).
«Qualcuno mi accusa di discriminazione, ma l’unica discriminazione che qualcuno ha tollerato finora è quella al contrario: ai sinti hanno consentito di vivere in immobili abusivi, non pagare le utenze, non mandare i figli a scuola». Ai sinti – alcuni erano presenti in aula – Cassani ha comunque garantito che «nessuno vuole portar via i bambini […] perché nessuno vuole farsene carico». Il sindaco ha anche “sventolato” una foto di una delle abitazioni del campo, una casa mobile “completata” con portichetto e pavimentazione (sono gli elementi abusivi contestati).
Dalle file dell’opposizione sono venute, più che critiche, proposte di accordo. Carmelo Lauricella, per il Pd, ha ricordato i princìpi di legalità («Non si può tollerare gli abusi edilizi») ma ha anche invitato a cercare un accordo, non solo a tutela dei soggetti deboli come i bambini, che anche perché non ci sia «un ulteriore danno per la collettività». Ad esempio: i minori non possono rimanere senza casa e rischiano di diventare un costo significativo per il Comune, anche perché non sono pochi – sono una quarantina.
Rocco Longobardi di Gallarate 9.9 ha invece ribadito la proposta di rinviare «di sei mesi» la scadenza delle ordinanze di ripristino dello stato dei luoghi. E nel frattempo avviare un percorso che preveda anche l’effettivo rispetto da parte delle famiglie dell’obbligo scolastico e un «piano di rientro dalle morosità pregresse».
Dalle file della maggioranza, chiamata in causa da Lauricella, ha ribadito il suo sostegno Fratelli d’Italia, con Giuseppe De Bernardi Martignoni. Già articolata la posizione di Forza Italia: Aldo Simeoni ha ricordato di aver gestito l’operazione di trasferimento in via Lazzaretto nel 2007, nel campo che allora fu appositamente attrezzato. «La sistemazione in centro dava un’immagine veramente brutta e l’Asl ci impose un intervento. Non fu facile, ho combattuto per due anni per una soluzione, ho combattuto con tutti. Le aree vennero affidate alle famiglie. Condivido in pieno quel che dice il sindaco, c’è un’illecito, gli ultimi contratti sono del 2009 o 2010». Simeoni però anche sottolineato in chiusura che è necessario «trovare una soluzione»: «Spostarli, ma bisogna vedere dove».
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Anzichè “sgomberare” le famiglie da una parte all’altra, tra l’altro anche a costi loro (le famiglie hanno pagato dei costi importanti per trasferirsi in via Lazzaretto quando l’amministrazione Mucci ha chiesto loro di farlo nel 2007) perchè non creare un piano realistico di regolarizzazione del campo lasciando che i minorenni proseguano il proprio percorso sociale ed educativo?
Il sindaco deve smetterla di agganciarsi a pretesti pur di giustificare un’azione così precipitosa come lo sgombero di tante famiglie con bambini. E comunque i bambini del campo vanno a scuola e sono gallaratesi.