Leggevo
spesso la sua rubrica, "La mia cara Varese", sul Luce,
ma non l’avevo mai incontrato di persona. Sapevo che dietro
quella firma, Pierfausto Vedani, si nascondeva uno dei grandi
“vecchi” del giornalismo varesino. Un ex direttore della Prealpina,
direttore ora di una tv privata e responsabile dell’ufficio
stampa degli industriali. Quanto bastava per stargli più
lontano possibile. Poi, come sempre ci si mette di mezzo il
diavolo e per un motivo di cronaca avevo bisogno di
intervistarlo. E così ci demmo appuntamento in redazione a
Varese. Come sempre arrivai in ritardo e afferrai quella
stretta di mano chiedendo scusa. “Non ti preoccupare, - fu
la risposta. Con il nostro lavoro si sa che i tempi possono
slittare. In cosa posso esserti utile?”
Pierfausto
era uno delle poche centinaia di varesini che tutti i giorni
ci leggeva. Lui, a settant’anni suonati, non solo usava il
computer, ma aveva deciso che non poteva perdersi
quell’immenso mondo che era il web. Ci leggeva e ora era lui
il curioso che voleva sapere, conoscere, capire chi ci stesse
dietro. Una vitalità da fare invidia ai ventenni.
Ci fu subito
feeling. Come sempre i pregiudizi si rivelarono la più grossa
imbecillità di questo mondo e nacque un’amicizia
magistrale. Pierfausto iniziò a venirci a trovare e di giorno
in giorno cadeva ogni possibile resistenza. Ovviamente da
parte mia, nostra, perché per lui tutto era semplice e
naturale. Ci guardava con simpatia, con una sorta di
meraviglia perché quello che volevamo fare era davvero pura
pazzia. Un giornale quotidiano e per di più su internet nel
1999. Carlo ci aveva lasciati per tornare alla sua Viterbo e
così da circa un anno a dirigere il giornale c’ero io.
Esperienza pochissima e soprattutto conoscenza del territorio
abbastanza a senso unico. Pierfausto fece una serie di
autentiche magie. Ci mise a disposizione tutta la sua
esperienza. Ci aprì porte per noi impossibili. Iniziò un
rapporto che ben presto andò bel al di là del semplice
supporto di consulenza giornalistica. Passavamo ore a
raccontarci storie, a discutere di politica, a parlare anche
di noi.
Anche senza
Pierfausto Varesenews non esisterebbe. Lui con una presenza
sempre discreta, mai invadente, in questi cinque anni ci ha
“ammorbidito” rispettando in toto le nostre posizioni più
dure e intransigenti. Ci ha insegnato tanti segreti del
mestiere senza mai far pesare alcune inadeguatezze dovute
all’inesperienza o alla superficialità. Pierfausto non ha
solo scritto per noi, è stato ed è uno di noi. Ama il
giornale, ci difende, ci promuove in tutti gli ambiti in cui
si muove. Per noi ha speso il suo nome e per uno che veniva
chiamato “Il cardinale” per il suo stare super partes, non
è cosa da poco.
Certo, noi lo
abbiamo riportato a quella forma di giornalismo che lui ama di
più. Quello fatto, magari anche di ingenuità, ma che ha
ancora chiaro cosa è la passione, l’impegno, la capacità
di sapersi stupire, ma anche di indignarsi.
“Contaminarci”, come spesso accade, ci ha fatto bene e ha
permesso di far crescere bene questa piccola, grande creatura
che è Varesenews.
Alla festa ci
sarà anche lui e questo per noi, oltre che di orgoglio, sarà
motivo di grande gioia.
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