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Adulti e adolescenti in difficoltà

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27 Aprile 2009

Ho appena finito di leggere l’articolo che avete pubblicato. Bene, a prescindere che non è mia intenzione incolpare nessuno però lasciatemi dire che sono anni che la sottoscritta in qualità di insegnante ( ovviamente ) precaria rileva e "denuncia" l’incapacità delle famiglie e delle scuole a leggere il disagio giovanile. Finora l’unica cosa che ho ottenuto è quella di essere considerata io un’esagerata e tutt’ora sto avendo problemi con la scuola dove lavoro. Passando per quella che non sono, sto facendo io la figura di una che non vuole vedere i problemi li vedo eccome. Purtroppo, finora nelle scuole si è fatto di tutto per evitare di guardare la realtà !!! Oggi ne subiamo come insegnanti e famiglie, le conseguenze.
Per non fare nomi, quello che è successo in questi giorni può succedere di nuovo anche se la speranza è quella di essere smentita !!! In ogni caso sappiate che io lavoro in una scuola dove proprio l’anno scorso un alunno di classe quinta si è tolto la vita. La cosa paraddossale è che questo alunno era considerato uno dei migiliori alunni. Aveva ottimi voti; aveva una vita sociale come tanti altri ragazzi della sua età. Era ben voluto da tutti. Eppure. Eppure un giorno quel ragazzo si è buttato giù da un ponte.
 
Ci si potrebbe chiedere se gli adulti si sono interrogati su quell’evento. Messi in discussione. Non voglio rispondere per gli altri, ma uno dei pochi commenti che ho sentito è del seguente tenore: questo potrà creare problemi d’immagine alla scuola !!!
Direi che aggiungere altro è superfluo.
 
Infine, sono stata in serivzio come insegnante di sostegno in una scuola dove ne ho viste di tutti i colori. Domanda: la scuola ha preso in mano la situazione ? Risposta: no. Almeno per quello che ne posso sapere io.
 
Ecco scusate ma non ne posso più di questo clima assurdo. In cui l’unica frase che continuo a sentire è: "Sono ragazzi" e con questo si giustifica ogni loro gesto, che forse/invece sono un grido di allarme e di aiuto.
Gabriella Zonno

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