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Alcune considerazioni (e numeri) sulle migrazioni

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27 Giugno 2018

Caro Direttore,

il quotidiano Il Manifesto unitamente al Guardian e Tagesspiegel ha pubblicato venerdì 22 giugno un inserto di 56 pagine “Fortezza Europa – i numeri di tutte le vittime accertate”, con l’elenco dei 34361 morti annegati nel Mediterreaneo negli ultimi quindici anni, realizzato dalla Ong olandese United for intercultural action.

Come giustamente ha annotato il filosofo Etienne Balibar su Il Manifesto del 13 giugno “il problema del Mediterraneo prende dimensioni di genocidio, con la messa in atto di un sistema di eliminazione fisica violenta su base razziale”, per gravi responsabilità da parte della Comunità Europea, ora aggravate dalle decisioni illegali sul piano della Convenzione internazionale di diritto del mare e di quella di Ginevra sui rifugiati da parte del ministro dell’interno Salvini.

D’altronde, al di là della becera propaganda leghista, i dati di quanto è avvenuto a partire dagli anni’80 sono eloquenti: dal 1986 al 2012, nonostante l’alternarsi di governi di centro-destra e di centro-sinistra, si sono verificate ben sette procedure di regolarizzazione dei flussi migratori. Invece, ragionando sul piano delle prospettive demografiche, che il mensile Le Monde Diplomatique mette a fuoco puntualmente in un inserto contenuto nel numero di giugno, l’Istat ipotizza dopo il 2020 un ingresso ogni anno di 250 mila unità, per scendere ad un livello di 175 mila unità nel 2065, per mantenere l’equilibrio della nostra popolazione, che è stimata in costante calo.

A tutto ciò si aggiunge il dato relativo alla emigrazione di cittadini italiani all’estero, che ad esempio nel 2016 è stato pari a 124 mila persone, il 15,4% in più del 2015;il 50% degli italiani che espatriano sono laureati e diplomati, poichè il nostro sistema produttivo per molteplici ragioni non è per nulla attrattivo, stante il definanziamento del sistema della ricerca pubblica e privata, nonchè per il tipo di specializzazione produttiva che lo contraddistingue sul piano della divisione internazionale del lavoro.

E’ poi interessante il dato sulle badanti in nero, che ammonta in un fiorire di svariate nazionalità a circa un milione, confermandosi come indispensabile e insostituibile per l’assistenza ai nostri anziani. Che poi l’internazionale della destra, da Trump a Orban e dalla Le Pen a Salvini, attraverso la direzione del “teorico” Steve Bannon individui nel migrante il capro espiatorio per moltiplicare i consensi elettorali, alimentando l’intolleranza e la disumanità nei confronti dell’altro, è un problema storico con cui la civiltà mondiale deve misurarsi per mantenere i principi della buona convivenza.
Cordiali saluti

Gian Marco Martignoni

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