Alcune riflessioni sugli stranieri

13 Gennaio 2009

Caro direttore,
provo a fare un ragionamento per Tonino.
Per anni ho trascorso mesi nel bresciano e non ho mai visto tanti stranieri che aspettavano l’autobus per recarsi sul posto di lavoro, vale a dire nelle numerosissime fabbriche anche a conduzione famigliare della zona. Davvero molte erano le famiglie di stranieri che passeggiavano tranquillamente per la città che infatti risultava avere un ottimo livello di integrazione. Credo che la situazione non sia molto cambiata e poiché penso che la maggior parte dei datori di lavoro non siano nè aguzzini nè schiavisti a giudicare dalle facce serene che incontravo suppongo che la maggior parte della mano d’opera straniera fosse soddisfatta del trattamento ricevuto. Quindi non vedo perchè la Lega che fra l’altro in quelle zone è forte debba voler fare piazza pulita di ottimi lavoratori che rendono florida l’economia e hanno un futuro lavorativo assicurato.
Ormai basta andare in qualsiasi città, frequentare qualsiasi luogo di lavoro per rendersi conto che uno straniero che conduce una vita nei termini che vuole la Legge non subisce nè angherie nè è visto come un usurpatore. Vedo nascere negozi, attività gestite da stranieri, anche a Varese e non mi pare che subiscano particolari vessazioni.
Io, perdonami Tonino se lo scrivo, ho spesso la sensazione che si parli senza conoscere bene le realtà, gettando tutto nel calderone ideologico senza distinguere. Non sono sorda, semplicemente non mi piace ragionare quel tanto al chilo.