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Auguri all’Italia

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2 Gennaio 2009

Gentile Signor Direttore,

speravo di non ‘disturbarLa’ proprio all’inizio del Nuovo Anno, ma la lettera odierna del lettore Giuliano Giamberini mi ‘costringe’ a una seppur rapida risposta.

Signor Giamberini, lasci perdere, innanzitutto il ‘romanesco’ che, suppongo, come tanti altri argomenti, tipo quello dell’Unità nazionale del nostro Paese, che io mi ostino a chiamare Patria, non è, evidentemente, pane per i Suoi denti (al più, se qualche lettore ‘romano’ leggerà la Sua lettera, potrebbe mettersi a ridere!).

Inoltre, ho l’impressione che Lei, gentile Signore, confonda ‘velocità con precipitazione’; io, per esempio, non ‘denigro’ la ‘Lega Nord’, semplicemente definisco gli aderenti “seguaci delle varie leghe’ (e questo è un dato di fatto, se non altro per il semplice fatto che, nonostante siano ‘italiani’, si ritengano ‘investiti’ del diritto di definirsi con altre definizioni di pura invenzione). Temo altresì che sia Lei, gentile Signore, a non essere in grado di ‘guardare alla sostanza delle cose’ come, a mio avviso, non è in grado di distinguere tra elettori di sinistra e/o di altri schieramenti (si direbbe che, indirettamente, mi abbia ‘inserito’ nel ‘sinistrume’, il che è assolutamente assurdo!). Ma come fa, (ripeto) gentile Signore, a ‘sollevare questioni di principio che (dice Lei), alla fine sono di poco peso e sostanza’, quando tutte le persone dotate anche di poco discernimento, sanno perfettamente che voialtri (‘seguaci delle varie leghe’) affermiate quello che assolutamente non è: ovverosia che la cd. pseudo-‘padanìa’ esista, mentre esiste solo la Pianura Padana (che scrivo senza alcuna difficoltà con iniziali maiuscole). Evidentemente il sullodato lettore, alla stessa stregua dei suoi ‘colleghi’ vorrebbe ‘scimmiottare’ certi avvocati (definiti ‘Principi del Foro) che fanno vedere un foglio di carta bianco alla Corte e insistono nel dire che sia verde, cercando di dimostrarlo (magari sperando che la giuria sia ‘daltonica’!).

E adesso ‘congediamoci’ dal lettore nominato ‘ut supra’ (al quale ritengo di avere già dato forse troppo spazio) e passiamo a ringraziare il Signor Antonio di Biase per il suo suggerimento contenuto nella lettera del 30 dicembre 2008 (“Qualità leghiste”), assicurandolo che ‘faccio del mio peggio’ per non arrabbiarmi, sebbene le ‘cose storte’ (o le cose che non corrispondono a verità), mi abbiano sempre dato fastidio.

Per il resto approvo la sua lettera odierna (“Cosa fanno i leghisti a Roma”), in risposta a quella (“Padano come il grana”) della gentile Signora Roberta del 31 dicembre. Nel precisare che approvo il suo pensiero sull’attività dei ministri (‘seguaci [anch’essi] delle varie leghe’) a Roma, desidero ricordare a entrambi che ‘padano’ non è (e non può essere) altro che ‘abitante’ o ‘prodotto’ della Pianura Padana, nonostante quello che dichiarano i ministri appena citati che, ovviamente, non possono e quindi non dovrebbero definirsi tali (intendo cd. ‘padani’), bensì ‘lombardi’, ‘veneti’, ‘piemontesi’, magari ‘italiani’ (definizione che non guasta mai, anzi è un titolo di onore, per chi ce l’ha!). Posso aggiungere che costoro (i ministri seguaci di Bossi), arrivando a Roma oltre, come dice il Sig. Di Biase, “esercitare un’azione disarticolante nei confronti delle istituzioni dello Stato, per indebolirlo”, per contro danno tutti la netta impressione di essersi adeguati al detto: “Porco in chiesa mangi? Danne pure a me!”.

Come dire, fanno gli ‘schizzinosi’, ma non abbandonano la ‘piazza’; d’altronde neanche lo Scià dell’Iran (nel 1979) voleva abbandonare il trono, forte del principio che: “Ogni lasciata è ‘Pers(i)a’!”.

Ad ogni modo, siccome “repetita iuvant”, come dicevano gli antichi romani, ripeto e confermo che: “‘cd. pseudo-padanìa’ (o fantomatica cd. pseudo-‘padanìa’), l’Italia, dalle Alpi al Capo Lilibeo, è Una, Sacra, Inviolabile, Indivisibile”. E per fare ‘divertire’ i sullodati ‘seguaci delle varie leghe’, posso informare che, nella malaugurata ipotesi che dovesse verificarsi (davvero) un cataclisma (peggiore di quello del 1908 a Messina e Reggio Calabria), nel senso inteso da costoro, quindi per volontà del sottoscritto (leggi per testamento depositato dal notaio), la mia casa e il mio giardino saranno per sempre ‘territorio della Repubblica Italiana’ (come si può constatare, anch’io sono in grado, se e quando voglio o lo ritenga opportuno, di dire o scrivere delle cd. ‘cretinate’, almeno per certuni! E quando sarà il momento ci saranno le Bandiere della Repubblica Italiana e dell’Ue [che, manco a dirlo, ci sono già all’ingresso di casa mia] a sventolare in giardino per testimoniarlo).

Ringrazio tutti coloro che hanno voluto gentilmente inviarmi gli auguri, che con piacere contraccambio, come li rinnovo a Lei, Signor Direttore, alla Sua Redazione e a tutti gli Amici, iniziando dalla Signora Roberta e dal Sig. Di Biase; e a seguire tutti gli altri (intendo chi li vorrà accettare).

Auguri alla nostra cara Italia (che si estende, in senso orario, da Bardonecchia, a Predoi, a Otranto e a Lampedusa, quindi isole e Pianura Padana comprese!).

Ad maiora!

Fortunato Galtieri

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