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Bancarella fascista: cosa ne dice il Comune?

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26 Gennaio 2009

Egregio Direttore,

le scrivo per manifestare pubblicamente il mio DISGUSTO per un avvenimento di cui sono stato testimone ieri, domenica 25 gennaio 2009.
Come lei sa, ogni ultima domenica del mese, il centro storico di Busto Arsizio si anima con l’ormai consueto mercatino dell’antiquariato, con il sostegno comunale e (credo) dell’Associazione Commercianti.

Ebbene, durante la mia consueta passeggiata tra le bancarelle, la mia attenzione è stata attirata da una di queste, situata strategicamente in Piazza Santa Maria.
La bancarella in questione esponeva UNICAMENTE merce inneggiante esplicitamente al nazifascismo.
Si parla di lunghi coltelli con svastiche (riprodotto su un gran percentuale di oggetti), magliette e felpe inneggianti a “Cuore Nero” (il circolo dichiaratamente fascista di viale Certosa, a Milano), manganelli in legno con stampati slogan quali “Me ne frego”, “Boia chi molla” e tante altre frasi fasciste molto care probabilmente a qualche nostalgico o a qualche consigliere bustocco, ma ben distanti dal divieto di apologia di fascismo di cui la nostra beneamata Costituzione si fa esplicitamente portavoce.
Senza addentrarsi nel fatto che NESSUNO degli oggetti esposti sulla bancarella aveva il benchè minimo valore storico (era tutta roba nuova!), mi sovvengono un paio di domande:

1) come può permettere il Comune di Busto Arsizio che, in un’iniziativa da esso proposta e sostenuta, si dia spazio a questa gente? A vedere le bancarelle ci si portano anche i bambini… come spiegare loro uno slogan tipo “proteggi il tuo simile, distruggi il diverso”?

2) di cosa si occupano esattamente i nostri tutori dell’ordine durante questo tipo di manifestazioni? Che compiti hanno? Chi è responsabile per ciò che viene esposto? Avviene qualche tipo di controllo sulla merce? Chi da l’autorizzazione ad esporre? Come funziona l’assegnazione di uno spazio ad un espositore? E’ sufficiente pagare l’occupazione di suolo pubblico?

È ora di prendere seriamente le distanze dal nazifascismo e da chi se ne fa portavoce, visto che a Busto il fenomeno è ormai da anni incontrastato e minimizzato. Il Comune faccia qualcosa subito e renda pubblici i criteri di organizzazione del mercatino.

Che vergogna poi, pure alla vigilia della Giornata Della Memoria…queste cose succedono sempre e solo a Busto.

Saluti,

Francesco Tosi

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