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Bando all’ipocrisia sugli incidenti e la velocità

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13 Aprile 2007

Salve a tutti, mi trovo costretto a rispondere alle varie lettere scaturite dall’incidente di via Piave e dal mio precedente intervento.

Innanzitutto una precisazione: sono motociclista, ciclista, automobilista e, come tutti credo, pedone.

Prima di affrontare il nocciolo della questione, vorrei far notare che se il casco si è slacciato è perchè, con ogni probabilità, era indossato male.

Se messo a dovere il casco non viene via, nè a 50 km/h nè a 250: se non ci credete guardate le gare in televisione (e non pensate che i caschi siano così diversi).

Si tratta della solita sterile polemica volta a dare la colpa di tutto (anche la fame nel mondo, perchè no?) alla velocità.

A criticare la velocità sono già in molti, troppi, e lo fanno in modo ipocrita e non corrispondente alla realtà. Probabilmente non sara nno contenti finchè non andremo a 90 km/h -o meno- in autostrada.

Le autostrade tedesche (senza limiti salvo alcuni tratti) con mortalità inferiore alla nostra parlano da sole, così come quelle iberiche (situazione opposta).

Ognuno poi è libero di credere quello che vuole, ma non sopporto la solita ipocrita retorica contro la velocità, l’“andiamo tutti a piedi tenendoci per mano” per combattere la mortalità per strada.

Allora stiamo tutti a casa, così siamo sicuri che non ci siano più morti per strada. Anzi no, perchè poi moriamo per incidenti domestici (anche se mi sto ancora chiedendo come sia possibile morire se non per colpa della velocità).

A chi ha detto che se non avesse superato l’autobus non sarebbe incappato nelle borchie, non posso che rispondere con i miei più sentiti complimenti.

Perchè non mettere delle mine allora: se vai nella corsia sbagliata esplodi. Propongo inoltre di cambiare le sanzioni per il divieto di sosta: immediata fucilazione del conducente al suo ritorno.

In entrambi i casi, si tratta di atti vietati dal cds: bastava rispettarlo.

Detto questo, vorrei far presente che sono deprecabili tutti i comportamenti imprudenti e pericolosi, ma io, da cittadino, esigo che non mi vengano poste trappole. Esigo di essere trattato con rispetto.

Voglio che le strade che percorro (è un ragionamento egoistico il mio, non voglio risolvere i problemi dell’umanità) non siano disseminate di ostacoli, ma siano il più sicure possibile (l’impossibile non lo pretendo, a differenza di altri).

Vorrei ricordare a lorsignori che spesso i motociclisti sono vittima di incidenti per colpa altrui, e che si può cadere per mille motivi, dal brecciolino ad un errore.

In ogni caso non voglio delle lame pronte a decapitarmi se finisco a terra, qualsiasi sia il motivo. Forse voi pensate che un motociclista se le merita, dato che sta andando sicuramente troppo veloce. In tal caso mi spiace di dover convivere con gente come voi.

E non voglio neanche ostacoli che per terra mi ci facciano finire. Non voglio i dossi illegali (per forma, dimensioni, e colori: cioè quasi tutti), non voglio le borchie, perchè potrebbero fare la differenza tra cadere e non cadere in situazioni di emergenza (potrei anche dover evitare qualcuno che esce da un parcheggio, qualcuno che si ferma a farsi i fatti suoi, evitare un gatto, signori miei). Non voglio le strisce pedonali rosse verdi gialle e blu. Perchè, essendo scivolose, sono pericolose. Potrei, in situazione di emergenza, cadere anzichè riuscire a fermarmi, e magari investire un bambino che sta attraversando. Una relazione tecnica del ministero dei trasporti ne sconsiglia l’uso data la loro pericolosità: i nostri inflessibili tutori della legalità, quelli pronti a stracciarsi le vesti per “salvare anche solo una vita”, però se ne fregano. Questi signori sempre pronti a reprimere e ad abbassare i limiti di velocità per “salvare una vita umana”, si ostinano a mettere i guard-rail classici: l’ideale per la decapitazione. Non vale la pena spendere un pelo di più per usare il New jersey (muretto) od il guard-rail fino in terra. Evidentemente sono “vite umane” che servono solo come giustificazione morale per fare multe.

Non voglio che le nuove rotonde siano piene di strettoie delimitate da bordi di pietra spigolosi. Se un deficiente mi viene addosso, se mi trovo della sabbia per terra, se commetto un errore, io mi ci spacco le ossa e la testa contro quei bordi, così come contro i pali pubblicitari coi “numeri utili”. Voglio che usino delle bordature non spigolose, magari non di pietra. Devo essere un criminale (che va troppo veloce).

E sulla famosa curva della A8, voglio che i signori che gestiscono le autostrade pensino alla sicurezza in modo un po’ più intelligente. La curva è visibile, se non si arriva a velocità warp.

Però in curva qualcuno può toccarmi, posso trovare la solita sabbia, il solito olio, la solita buca, posso avere un guasto al motore, mi può scoppiare una gomma, mi si può aprire la catena, posso sbagliare (evidentemente sono l’unico che prende in considerazione l’ipotesi di poter commettere qualche errore; beati voi). Pena prevista per tali reati: nel 50% dei casi: decapitazione; altro 50%: mutilazione delle gambe.

Io non difendo d’ufficio proprio nessuno: ognuno si assuma le sue responsabilità, compresa la pubblica amministrazione, da cui esigo semplicemente che non complichi ulteriormente cose già pericolose per loro natura.

Davide

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