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Calciopoli e calcioscommesse

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3 Giugno 2011

Egregio Direttore,
mi scusi se anch’io intervengo su una questione che mi disgusta profondamente, quella di “calciopoli” e del “calcio-scommesse”. Sono in piena sintonia con quanto scrivono sulla sua rubrica il Signor G.P. (lettera n.25/6 “La cricca del calcio”) ed il Signor Orbilius (lettera n. 34/6 “Il calcio come Dorian Gray”). Infatti da quando il capitalismo, spesso anche in combutta con la malavita, ha messo le mani sullo sport, in particolare sul calcio (ma non solo) inquinandolo alle radici e sconvolgendo profondamente le regole del gioco, lo ha trasformato da semplice svago o divertimento in un vero e proprio business allo scopo di procurare illeciti profitti a gente corrotta e senza scrupoli. Ora vince solo chi ha i giocatori migliori e più pagati, o chi imbroglia le carte corrompendo arbitri e giocatori, in barba a quelle società oneste (spero che ce ne siano ancora!) che tante spese non se le possono permettere e che fanno sport solo per amore dello “sport” appunto, e dei giovani.
Che differenza con lo sport dei bei tempi del dopoguerra, quando ero bambino e andavo con mio padre allo Stadio “Passerini” di Casbeno (stadio privato che occupava l’area dell’odierno Collegio Maria Ausiliatrice, in fondo a via Monte Rosa) a vedere le partite della “Biumense”, mia squadra del cuore, o in campo nazionale tifavo per il Milan (io che provenivo da Milano) e si andava a fare “la schedina” al bar Firenze, il bar degli sportivi , in piazza Repubblica, dove si parlava anche di ciclismo (altro sport molto popolare che fortunatamente sta tornando di moda) parteggiando chi per Coppi e chi per Bartali. Bei tempi, in cui lo sport era un divertimento sano per tutti, giovani e meno giovani, e non era inquinato da tanti interessi finanziari ! Oggi invece sarà anche dal punto di vista spettacolare più interessante, ma se pensiamo al sottobosco di interessi ed al giro di soldi che ci stanno dietro (per non parlare della droga, che lo avvelena) mi viene il voltastomaco e mi passa la voglia di andare a vedere le partite. Forse per questo mi accontento di vedere in TV solo le partite più importanti, come i derby e le internazionali (dove almeno si spera che non ci siano inquinamenti, come quella disputata in Giappone qualche anno fa). Concordo pienamente con la proposta del Sig. G.P. del commissariamento delle squadre, per evitare che diventino delle associazioni a delinquere e ridare allo sport quel carattere di sana competizione che dovrebbe costituire un salutare divertimento per tutti e servire anche a temprare lo spirito della nostra gioventù.

Giovanni Dotti

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