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Carne…

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7 Novembre 2017

Carne. Solo corpi. Stipati, affiancati, ciondolanti, appoggiati, ritti sull’attenti, mal fermi, molli o rigidi. Carne, faccia a faccia, spalle contro spalle e schiene che si sfregano.
Carne in ogni dove, in ginocchio, su gradini sporchi e fangosi, appoggiati a sbarre di metallo come quasi incatenati.
Carne, quella mano toccata ma non per volontà, non per malizia ma solo per scarso equilibrio. La carne cede, diventa stanca. Ma l’umore è anche peggio. Perché sai che il domani sarà come l’oggi o forse peggio.

L’autoparlante gracchia e ti urla in faccia il suo diktat, uno sciopero, l’ennesimo. Ognuno ha i suoi diritti, tutti li urlano a gran voce come se la protesta fosse l’unico passepartout che aprisse misteriose porte di privilegi.
I diritti a fronte di doveri penso, ma i doveri non riesco a trovarli. Viaggiare come bestie non dovrebbe essere un dovere.
Nel frattempo la minoranza silenziosa, il carico di carne giunge a destinazione. Nessuno protesta, nessuno sbraita anche se di motivi c’è ne sarebbero eccome. La carne non ha diritti, i pacchi solitamente non parlano si limitano ad essere impilati ed essere sballottati qua e là.
Esseri umani trattati come carne nelle stive e fuori, là fuori, dove scorre una brezza leggera e respirabile grazie alla pioggia, là fuori assisti ad un mondo che si autoglorifica incessantemente. Tu questa energia l’hai persa. Pensi al domani. Pensi alla storia che si ripete. Pensi alle tue gambe già stanche. Pensi alla tua vita di sacrifici, tanti, forse anche troppi e ti chiedi se sono valsi a qualcosa.
Carne, non esseri umani, quello mai, siamo solo carne.

Post Scriptum: al fine di destare interesse nei confronti dell’ufficio pubbliche relazioni di TreNord questa mia dissertazione poetica deve necessariamente contenere alcune parole chiave in modo tale da risaltare, o meglio, ottenere un rating più elevato nei motori di ricerca. La prima parola è TreNord e la seconda (molto più efficace della prima) è Cinzia Farisè (l’AD di TreNord).
Così facendo e quasi magicamente il suddetto ufficio ci degnerà di confezionarci una pedissequante risposta da manuale. Ovviamente non ho detto a quale treno mi stia riferendo e su quale tratta ma voi lo conoscete benissimo. Vi reputo ancora persone intelligenti, riuscite a far viaggiare migliaia di persone come schiavi senza rischiare nulla. Onde per cui, per favore, evitiamo di prenderci in giro per l’ennesima volta.

Felice
Tradate

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