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Chiusura RSA Albertini, preoccupazione e sconforto di una famiglia

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26 Settembre 2017

Buongiorno Direttore,
magari in questi giorni riceverà molte lettere dello stesso tenore, ma ci tenevamo particolarmente ad esprimere anche il nostro parere in merito alla vicenda che sta coinvolgendo la RSA Albertini.
Siamo i parenti di una signora affetta da demenza senile e attualmente ricoverata presso la casa di riposo Albertini Vanda di Agra.
La notizia della probabile e imminente chiusura della struttura ci ha sconvolto, non solo in relazione alle difficoltà strettamente pratiche che questo evento arrecherà alla nostra come a tante altre famiglie, ma altresì in merito allo sconforto ed alla preoccupazione di non riuscire a trovare una sistemazione altrettanto valida per la nostra congiunta.
Con fatica e non poche esitazioni, nel luglio dello scorso anno, abbiamo preso la dolorosa decisione di far ricoverare la paziente, in quanto non eravamo più in grado, da soli, di prenderci cura di lei e, nella sfortuna del caso, abbiamo trovato la RSA Albertini che ci ha accolto.
Scriviamo “CI” e non “LA” non per errore, ma perché siamo stati sin da subito tutti accolti nella struttura, la quale ci ha fornito un supporto umano per affrontare il difficile momento.
Siamo stati accompagnati nel percorso di distacco dal nostro familiare in modo prezioso e puntuale, ci hanno insegnato come essere presenti senza tuttavia ostacolare il percorso, anche riabilitativo, della paziente.
Infatti, tengo a sottolineare che anche se molti ancora sostengono che appoggiarsi ad una casa di riposo sia un modo per liberarsi di un anziano, questo non è assolutamente corretto. Ad un certo punto si resta inermi davanti al progredire della malattia e ci si rende conto, pur con estremo dispiacere, di non essere all’altezza di affrontare in maniera idonea tale decorso.
E’ in questa situazione di smarrimento che è intervenuto il personale della RSA Albertini e ci ha aiutato a superare la sensazione di essere inadeguati.
Sin dal primo ingresso abbiamo percepito una sensazione di serenità, di amore che ogni persona che vi lavora trasmette agli ospiti, trattandoli come genitori, nonni, zii e mai come malati, o ancor peggio, come si sente in tante trasmissioni televisive, come un peso, sempre nel migliore delle ipotesi.
Ciò che maggiormente traspare vedendo l’approccio con il paziente è proprio che non è trattato come un semplice paziente ma che è una persona che ha bisogno di aiuto, di un sostegno, a volte solo un po’ di compagnia.
Alla RSA Albertini non mancano attività ricreative o, momenti di incontro anche con i parenti, atte a far stare bene e anche divertire gli ospiti, a farli sentire come a casa.
L’ambiente stesso in cui si trova la struttura, immerso nel verde, trasmette tranquillità, e ogni volta che usciamo da lì ci invade il pensiero che, in ogni caso la mamma, il papà, la nonna, il nonno, la moglie, il marito ecc… anche senza di noi staranno bene, saranno curati, accuditi, lavati, vestiti nel migliore dei modi.
In questi giorni, invece, ci ha assalito la paura di non riuscire più a trovare la stessa serenità, la stessa attenzione e l’amore per il proprio lavoro, che abbiamo trovato alla RSA Albertini, in un altro luogo.
Ora non ci rimane che sperare per noi, e per tutte le persone coinvolte, che questa spiacevole situazione si risolva al meglio e che questo piccolo angolo di serenità non debba essere abbandonato.
La ringraziamo anticipatamente per l’attenzione che dedicherà a queste poche righe.
Cordiali saluti.

Famiglia Caffi

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