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Combattere il vandalismo

scritta vandalismo gallarate 2014
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3 Maggio 2015

Combattere il vandalismo è molto semplice : basta applicare le tattiche e le normative della Guardia di Finanza o delle Imposte Dirette con le sanzioni che derivano da semplici sbagli, errori, sviste o semplicemente dalla mancanza di conoscenza di obblighi o normative fiscali.
Tutto ciò se viene applicato a coloro che partecipano ai cortei con mazze e bastoni con bombe molotov o anche solo con maschere che impediscono il riconoscimento può essere un valido deterrente e potrebbe evitare quelle distruzioni dei tifosi olandesi che hanno deturpato la città di Roma o di coloro che in mondovisione hanno accompagnato l’apertura di Expo a Milano devastando il centro città.
Non c’è bisogno di un giudice che liberi persone che entrano in Italia trasportando materiale pericoloso, ma ci si comporta come quando viene introdotto o esportato in modo illecito denaro contante: le sanzioni amministrative previste sono automatiche.
Non è logico espellere semplicemente gli stranieri trovati con maschere antigas o con materiale esplosivo, ma sarebbe più educativo obbligarli al pagamento di sanzioni salate sequestrando i loro mezzi di trasporto fino all’avvenuto pagamento della sanzione.
Nove mesi di prigione e tre fustigate sono costati a due giovani vandali tedeschi accusati di aver scritto dei graffiti con spray colorato su una carrozza ferroviaria a Singapore provocando un danno di circa 9mila euro.
Nel 2010 un writer svizzero che aveva imbrattato un vagone della metropolitana di Singapore venne condannato a cinque mesi di galera e a tre frustate.
Ma nei cortei ci sono anche cittadini spinti a protestare da un sistema violento nei confronti di coloro che devono rispettare le regole, e vigliacco nei confronti dei violenti.
Fra le persone che hanno avuto il negozio distrutto ci può essere quel pescivendolo sanzionato con 1166 euro perchè accanto ad una sogliola in vendita non vi era il nome latino “soleas vulgaris”, oppure l’ignaro barista multato di 12mila euro perchè aveva installato una telecamera di sorveglianza senza la prescritta autorizzazione: la legge in questi casi non ammette ignoranza.
C’è il piccolo artigiano che ha dovuto chiudere l’attività a causa di norme che sanzionano l’aiuto di moglie o figli, ci sono persone che hanno perso la casa occupata abusivamente o confiscata dal potere bancario, ci sono pensionati che non riescono ad adeguarsi ad obblighi che comportano l’uso del computer o che vedono i loro risparmi taglieggiati da balzelli di stato e commissioni bancarie, ci sono quelli che vorrebbero vivere con quei 35 euro al giorno elargiti generosamente anche a coloro che provocano o commettono violenze.
Ebbene di fronte a questi soprusi nei confronti di gente che lavora dall’alba al tramonto con un fisco vorace che divora il 62% del reddito, abbiamo la colpevole arrendevolezza di non saper affrontare devastatori di professione che sanno di essere impunibili con le attuali norme.
Personalmente ho subito accertamenti di identità e ho dovuto compilare assurdi moduli antiriciclaggio per aver osato cambiare una banconota da 500 euro presso la Banca d’Italia a Varese.
E nella rabbia dei giovani che esplode in certe occasioni c’è anche la constatazione di far parte di quel 43% che ha ben poche speranze di lavoro.
Farsi sentire con proposte e progetti di condizioni di vita non asservita ai poteri che hanno condotto alle attuali diseguaglianze sociali potrebbe evitare l’esplosione di quelle tensioni che sfociano nelle violenze del 1 maggio 2015.
Cordiali saluti.

Domenico De Maria

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