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Come si fa a essere orgogliosi di chi fabbrica armi da guerra?

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3 Ottobre 2007

Com’è difficile essere contro! Eppure non puoi tacere quando la coscienza, assuefatta a certi “valori”, rode.
Così, prima di parlare, abbiamo riflettuto molto perché 15.000 persone orgogliose di partecipare alla “festa” dell’Agusta sono proprio tante e creano imbarazzo. Che bello vedere accomunati 15.000 berrettini rossi. Dico “rossi”. Ma dal termine “rosso”ci si aspetta qualcos’altro che un naso all’insù stupito di fronte alle acrobazie di un elicottero. Dal “rosso” ci si aspetta un naso all’insù che guarda con orgoglio sventolare bandiere di pace, che con orgoglio saluta condizioni di lavoro non precarie, case con affitti ragionevoli, l’ingresso nella comunità dei diritti di tutti, italiani e stranieri, che soprattutto indichi un futuro di pacifica convivenza.
Avremmo voluto sentir arrivare l’annuncio che l’Agusta, proiettata verso il futuro, rinunciava alla realizzazione dei suoi velivoli militari, che fiera della sua appartenenza al territorio garantisse chi la stima e la ama che mai più impegnerà la volontà e la dedizione dei suoi operai per costruire armi che uccidono altrove operai e bambini che hanno lo stesso sudore e lo stesso sorriso dei nostri domenica, ma forse in quelle stesse ore della stessa domenica non potevano rallegrarsi in un lauto rinfresco perché terrorizzati dal rumore di qualche elicottero da guerra.
Abbiamo sognato anche che queste parole o magari parole anche più belle le dicesse il sindaco “rosso” di Samarate

Lettera firmata

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