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Come un pugno nello stomaco

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8 Gennaio 2009

Caro Direttore,
la cinica lettera “I bambini di Gaza” del sig. Gelosia mi è arrivata come un pugno nello stomaco. Non credevo, pur leggendo, haimé troppo spesso, il succitato personaggio, che si potesse discettare in modo così freddo, ribadisco cinico, disinformato, superficiale, falso e di parte, su di un tema così doloroso e tragico. L’Alberto Gelosia mette in campo considerazioni (sue) che non stanno né in cielo né in terra, per puro diletto “intellettuale”; fa valutazioni, ipotesi e dice verità (sempre sue) che nulla hanno a che fare con la realtà dei fatti e della storia. Comodamente seduto davanti al suo computer (non potrebbe essere altrimenti vista la frequenza con cui appare su questa rubrica) azzarda soluzioni assurde e prive di sensibilità come in un gioco di Risiko. Consiglierei all’autore dell’articolo di affrontare la collera di chi non la pensa come lui quando sa di avere buone ragioni e documentate per sostenere, anche con forza, il proprio pensiero, ma di astenersi quando scrive ipotesi gravi per diletto e senza un briciolo di fondamento. Non si scherza con la sensibilità di chi soffre.

Beppe Orlandi

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