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Contro l’illuminazione della via Sacra

Tra Sacro e Sacro Monte, seconda serata 2016
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21 Luglio 2016

Realizzare il progetto per illuminare il Viale delle Cappelle toglierebbe alla città di Varese uno degli ultimi posti dove poter ascoltare il silenzio nel buio della notte.

Assomiglia molto a quei progetti che pensano di favorire il turismo realizzando parcheggi per le auto a costo di cancellare la bellezza di paesaggi naturali.

Fra i ricordi d’infanzia ci sono incredibili notti stellate dove si potevano facilmente individuare le costellazioni studiate sui libri di scuola, spettacolo oggi negato dall’inquinamento luminoso simile all’inquinamento acustico al quale purtroppo ci siamo rassegnati.

È la stessa rassegnazione che si prova davanti allo scempio di boschi cosparsi di lattine, bottiglie, plastica o altro portati da un turismo maleducato che riesce ad ottenere percorsi agevolati anche sulla via delle Pizzelle , una volta riservata al transito pedonale.

L’illuminazione della Via Sacra favorirebbe ancor da più la frequentazione di dog-sitters che lasciano visibili e nauseanti tracce del loro passaggio oppure può diventare un’opportunità per drogati, balordi o vandalismi di gente annoiata.

Si perderebbe il fascino di un percorso immutato da secoli e che cerca di sopravvivere ai guasti della civiltà e del progresso.

Sarebbe meglio utilizzare fondi destinandoli ad un impianto di illuminazione all’interno delle cappelle più affidabile di quello attuale che in alcuni casi non permette di ammirare la bellezza degli affreschi e delle statue, impianto che potrebbe richiedere l’accensione tramite l’introduzione di una moneta il cui importo va a compensare almeno in parte il consumo di corrente.

Si può recuperare la bellezza della Via Sacra togliendo quelle auto che parcheggiano alla XIII cappella invitandole a trasferirsi nell’area di via Fincarà, di fronte alla vecchia scuola elementare, da anni occupata da una vegetazione incontrollata.

Si può favorire l’accesso dei visitatori che escono dalla stazione della funicolare, riscoprendo una scorciatoia in quella vecchia scalinata che si trova dopo il lavatoio, chiusa da un cancelletto e completamente ostruita da rovi, che conduce in via Salvator Bianchi poco prima della Porta Mastra Terrestre cioè nei pressi del Museo Baroffio, del Santuario e della Cripta.

Il fascino del Sacro Monte sta nella sua particolare aurea mista di sacro, natura ed arte, combinazione secolare di fattori riconosciuti dall’Unesco per inserirlo fra i Patrimoni dell’Umanità, qualifica che potrebbe essere messa in pericolo dall'invadenza di interventi che ricordano il consumismo dei supermercati aperti 24 ore su 24 o la convivenza con l’assillante contorno di tablets o telefonini.

Per favore, lasciateci qualche spazio per vivere in sicurezza momenti di distacco dalla realtà.

E gli occhi porto per fuggire intenti ove vestigio uman l’arena stampi

Cordiali saluti.

Domenica De Maria

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