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Cresima, dono dello Spirito Santo o santificazione del mercato?

Avarie
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8 Giugno 2018

Egregio direttore,

non è la prima volta, ne sarà l’ultima che me mi prendo la briga di toccare temi importanti della nostro vivere quotidiano legato alla fede, come i sacramenti della Prima Comunione o delle Cresima e quindi a quel processo di crescita dei nostri figli chiamato educazione. Lungi da me ad assumere un ruolo di giudice in quello che è il cammino faticosa e difficile per i educare oggi i bambini o quello di trasmettere  la fede. Viviamo in una periodo storico molto difficile, in cui troppe volte l’educazione dei bambini sfugge al controllo delle famiglie ma viene divorata da mezzi di comunicazione di massa come la televisione, in cui dominano solo logiche di mercato. A questo si aggiungono poi tutti quelli strumenti di comunicazione – telefonini, smartphone, tablet, videogiochi, – tutti dispositivi che se usati bene possono essere utili per la crescita dei bambini, ma se usati male possono pregiudicare in maniera negativa l’educazione. A questo si aggiunge un sistema economico neoliberista che costringe i genitori a dedicare troppo tempo al lavoro per consumare troppi beni materiali, spesso inutili se non dannosi, e non alla famiglia. In questo contesto anche la scuola non è di grande aiuto  vista la sua attuale crisi. Viviamo purtroppo in un contesto sociale in cui dilaga un po’ dappertutto la maleducazione, un po’ generalizzata. In Italia si parla di emergenza educativa o di fallimento educativo.

Questo anche perché in tante famiglie e nelle istituzioni non sempre c’è una vera armonia basato sulla condivisione dei valori da mettere al centro della educazione, che purtroppo non aiuta ad avere un progetto unitario e che quindi si riflette in maniera negativa sulla crescita dei bambini. Basti pensare con quale facilità i bambini insultano genitori o insegnanti oppure a quel fenomeno tutto nuovo in cui i genitori aggrediscono gli insegnati.

Anche la Chiesa ha le sue responsabilità per quanto riguarda la celebrazione dei sacramenti come la Cresima, che nata come conferma della fede si è trasformato in una sorta di rito pagano. Fare la cresima a bambini che non vanno quasi mai alla Messa mi sembra una sorta di presa in giro, non solo del Buon Dio, ma degli stessi bambini. Non che la Messa sia di per sé la cosa fondamentale per sentirsi buoni cristiani, ma da il senso del valore di appartenenza nella Comunità in cui si vive contrastando l’individualismo diffuso. Anche modo in cui si svolge il rito, assomiglia ad una sorta di passerella televisiva della moda, con tanto di telecamere, flasch fotografici, canti, paramenti sacri di stampo medievale, vestiti da parte di padrini o madrine all’ultimo grido della moda con mini gonne o scollature vertiginose, non aiutano certamente a dare un senso di spiritualità alla cerimonia. Se a questo poi si aggiungono tutti i regali che i bambini ricevano appena usciti dalla chiesa – viaggi premio, collanine, smarphome, sodi in contante, cene al ristorante come alle nozze ecc. ecc. si può capire come anche questa occasione si è trasformata in una festa pagana  e in cui si sponsorizza la maleducazione dove viene santificato il mercato, vanificando tutto il faticoso lavoro fatto dalle catechiste per preparare questi poveri bambini alla conferma di una fede che non c’e. Troppi regali non fanno buona educazione ne arricchiscono la spiritualità, così come è illusorio quello di comprare l’affetto dei bambini con i regali. Non è il denaro che può portare alla felicità, ma è solo la condivisione del pane che porta a costruire quella comunità, dove tutti si possono sentire fratelli, credenti o non credenti, come quando recitiamo … “dacci oggi il nostro pane quotidiano” e in quel nostro c’è tutta l’essenza della nostra fede, che è amore per il prossimo (migranti compresi) unito alla capacità di perdonare. Già nel lontano 1954, don Lorenzo Milani, in Esperienze pastorali definiva le spese per la Prima comunione “uno sfacelo”. Chissà cosa direbbe oggi.

Certo, si dirà che anche la chiesa cerca di contrastare a parole questa mercificazione del sacramento, ma alla fine i risultati vanno in un’altra direzione, trasformando il rito della cresima in una manifestazione di ateismo. Anche le parole che ho ascoltato dal vicario episcopale saranno anche condivisibili come mettere al centro la preghiera, la chiesa come comunità e i poveri, ma alla fine rimangano solo parole. Illudere poi che con il rito della cresima ci sia la discesa dello Spirito Santo non si fa un buon servizio a questi bambini. Lo Spirito Santo c’è, ed è quello che si sente nelle parole di papa Francesco tutti giorni, che con il suo esempio cerca di rinnovare una chiesa incapace di rinnovarsi. Ecco forse mettere al centro del cammino della fede le parole del vangelo, da vivere anche in famiglia, trasformando gli stessi ragazzi, in piccoli-lettori, testimoni della Parola, rubando dieci minuti alla cena serale con questo momento di evangelizzazione, potrebbe essere un elemento di rinnovamento, anche perché da educare oggi sono proprio loro, le famiglie. Tutto il resto non solo è inutile, ma dannoso.

Emilio Vanoni – Induno Olona

Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Kikka

    Salve sig.Emilio. Anche se condivido in parte il suo sfogo, lei identifica la fede Cristiana con il concetto stesso di educazione.Tengo a precisare che i “riti pagani”, che lei tanto demonizza, sono ben altro e non sottintendono la mancanza di rispetto per gli altri, anzi (provi ad informarsi). E’ cosa palese che i riti Cristiani spesso (soprattutto nel mondo moderno), siano ostentazione quasi priva di sostanza di una fede da cui in tanti si allontanano, proprio per i motivi da lei descritti.

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