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Critica alle “ideologie darwiniane”

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22 Ottobre 2007

Egr. direttore,
rispondo volentieri alla richiesta di chiarimenti del Sig. Giuseppe Provasoli riguardo la mia critica alle “ideologie darwiniane” e al concetto di “Identità nazionale”. Parto da quest’ultimo punto: identità nazionale significa riconoscersi nella storia, cultura e tradizioni della propria terra, amare il popolo, onorare la Patria e sentirsi orgogliosi delle proprie origini anche se leggendo i giornali a volte verrebbe voglia di espatriare.
Con la definizione di “ideologie darwiniane” intendo quelle dottrine d’estrazione materialista – marxismo, liberismo, nazismo e, soprattutto, razzismo che sono maturate all’interno del pensiero illuminista di fine ottocento e hanno trovato nell’evoluzionismo di Darwin una sponda scientifica e, per quanto concerne la schiavitù, la segregazione razziale e il neocolonialismo, una giustificazione morale.
Concetti cardine dell’impianto darwiniano come “selezione naturale”, “sopravvivenza del più adatto” e il termine di “razza favorita” furono accolti con grande entusiasmo tanto dai teorici del razzismo biologico, quanto dai sostenitori del libero mercato, della lotta di classe e della supremazia della razza ariana.
In particolare esiste uno stretto rapporto tra le teorie evoluzioniste ed il razzismo che, già presente nella cultura europea sottoforma d’antiebraismo, ha trovato in Darwin un eccezionale, quanto involontario, alleato.
Come rileva G. Mosse nel suo libro “il razzismo in Europa: dalle origini all’olocausto”, i pensatori illuministi, basandosi proprio sulle teorie di Darwin, avevano concepito una nuova forma di razzismo, il razzismo scientifico.
L’antropologo inglese Edward Tyson individua nei neri (più precisamente nei pigmei) “l’anello mancante” tra la scimmia antropomorfa e l’uomo, collocando i neri al livello più basso dell’ipotetica scala evolutiva, mentre Arthur De Gobineau, teorico francese vissuto nella metà del diciannovesimo secolo e autore del Saggio sulla disuguaglianza delle razze umane, interpreta la storia umana affermando che la purezza della razza determina la capacità di sopravvivenza e di dominio sulle popolazioni inferiori. Concetto poi ripreso dall’ideologo del nazismo Rosemberg.
Altri pensatori illuministi Diderot, D’Alembert e Voltaire avevano rifiutato l’idea che bianchi e neri discendessero da un medesimo progenitore.
Lo stesso Voltaire, padre dell’illuminismo e della democrazia, trovava normale investire i proventi della vendita dei suoi libri nelle compagnie dedite alla tratta dei negri. A conferma di come i principi di libertà, fratellanza ed uguaglianza proclamati dai filosofi illuministi e sanciti nel sangue della Rivoluzione francese riguardassero solo la razza bianca.
Fu grazie alle teorie evoluzioniste che in occidente si sviluppa una nuova variante del razzismo, quello biologico che ha portato alla segregazione razziale e alla deportazione in America di 14milioni di neri per essere utilizzati come schiavi, beffardamente salutati al loro ingresso dalla statua della Libertà.
La schiavitù, mi si può obiettare, è sempre esistita. E’ vero, ma a differenza di quella dei secoli passati che riguardava i prigionieri di guerra o i debitori (che tuttavia potevano riacquistare la libertà, una volta saldato il debito o finita la guerra) la schiavitù moderna, di estrazione illuminista, considera i neri alla stregua di animali domestici, privi di qualsiasi umano diritto e, di conseguenza, destinati a servire l’uomo bianco.
Il razzismo se in America si manifestò con la schiavitù e la segregazione razziale, in Europa ebbe la sua espressione più violenta nella dottrina e nella politica del nazismo, dove l’antiebraismo fu uno dei punti centrali del programma hitleriano basato sulla purezza della razza ariana.
La teoria di Darwin della selezione naturale, sostenendo la prevaricazione della razza più forte rispetto alla razza più debole e giustificandola come necessità naturale, aveva dato inoltre origine al Darwinismo sociale, che permise ai borghesi conservatori di ieri e ai sostenitori del libero mercato di oggi di affermare che le disuguaglianze sociali sono inevitabili necessità naturali.
In definitiva sia Hitler con la superiorità ariana, sia gli americani con la schiavitù non hanno inventato nulla, hanno solo portato alle estreme conseguenze le teorie razziste già presenti in occidente e che nell’evoluzionismo di Darwin hanno trovato nuova linfa, un formidabile sostegno scientifico ed una insperata giustificazione morale.
L’evoluzionismo di Darwin pur essendo una teoria palesemente errata viene mantenuto artificialmente in vita per supportare l’unica ideologia illuminista sopravvissuta, quella capitalista, e per contestare a Dio l’origine dell’uomo. Salvo poi disconoscerne gli effetti.
Grazie per l’ospitalità e cordiali saluti.

Gianfredo Ruggiero

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