Difendere la Costituzione, salvare la democrazia
25 Ottobre 2016
Domenica scorsa ho partecipato alla manifestazione promossa dall’Anpi di Varese, nel ricordo dei partigiani caduti nell’ottobre del 1944.
All’inizio sono stato colpito positivamente dalla presenza istituzionale di tutti i corpi dello Stato. Poi quando, per la pioggia, la manifestazione si è conclusa nella sala pubblica, ho dovuto constatare una scarsissima partecipazione. Navigando nella rete, ho constatato che la scarsa partecipazione si era già manifestata negli anni precedenti, anche in occasione della Festa della Liberazione.
In un primo momento sono stato tentato di criticare la scarsa capacità organizzativa. Ma la critica sarebbe stata ingenerosa per chi invece vi ha lavorato. Poi per criticare, ci deve essere qualcuno da criticare. I partigiani forse? Ci mancherebbe, loro c’erano ma ormai ne sono rimasti pochi. Chi allora: i partiti? Forse, ma i partiti, quelli previsti dalla Costituzione non esistono più. La domanda allora è questa: si può criticare qualcuno che non esiste?
L’amarezza è grande: forse siamo ormai approdati alla post-democrazia, cioè in quella fase in cui la partecipazione politica, la democrazia, la militanza non è più un valore, anzi è un retaggio, una cosa di vecchi nostalgici, quelli ancorati a quella Costituzione da difendere sempre a spada tratta, che non si deve cambiare, mentre non si è capito che il mondo è cambiato, si deve correre, cambiare, riformare, lasciare lo spazio al mercato, nuovo vitello d’oro. E chi non vuole riformare è solo un conservatore. Forse quei pochi che hanno partecipato, sono solo dei nostalgici sognatori del passato, che non hanno capito la nostra Costituzione esiste nella misura in cui è viva l’ansia della democrazia e la voglia della partecipazione, cioè se esistono i partiti. Senza la partecipazione, senza i partiti, è la Costituzione che muore, perché non c’è più nessuno che la difende. E’ per questo che qualcuno sé preso il gusto di rottamarla. Ma costoro, oltre a questo di grave atto di sopraffazione, stanno commettendo un gesto di insensibilità. Si doveva aspettare almeno ancora dieci o quindi anni, lasciare che il tempo, il ciclo della vita terminasse per gli ultimi partigiani viventi.
Coloro che oltre settant’anni or sono che hanno dato o rischiato la vita per sconfiggere il fascismo nel compiere il loro dovere, oggi assistono nell’angoscia e nel dolore, alla fine di quelli ideali per cui si sono battuti. Si dirà: ma oggi c’è la libertà, certamente! Ma quale libertà: la libertà di essere indifferenti, di pensare tutti solo per sé stessi, mentre c’è un mondo in pieno subbuglio, dove si ricorre con estrema facilità alle armi e alla guerra, la libertà di non andare più nemmeno a votare, perché intanto non cambia niente.
Rischiamo, con la libertà della indifferenza, di consentire l’avvio della terza guerra mondiale, senza accorgercene. E in questo siamo un po’ tutti responsabili, anche chi scrive che da anni milita in un partito, che purtroppo non esiste. E’ questo è un grosso limite. Dimenticavo il motivo per cui ho scritto questa lettera: su youtube scrivendo: Ottobre di sangue varesino 2016 si possono rivedere le immagini della manifestazione di domenica.
Emilio Vanoni – Induno Olona
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