Europa, Europa… sarà poi una festa?
24 Marzo 2017
Egr. Direttore,
provo un profondo disagio nei confronti dei festeggiamenti per il 60° anniversario della Unione Europea. Provo disagio per questi rappresentanti che si dividono quando invece si dovrebbero unire tutti per combattere il terrorismo, altro che Brexit. Provo disagio per l’ipocrisia con cui si è enfatizzato il gesto di un folle, perché è stato solo un pazzo con tanti problemi psichici non curati, che ha seminato il terrore a Londra con cinque morti e il totale silenzio in cui ieri sono morti 300 disperati, naufragati nel canale di Sicilia, che tentavano di raggiungere l’Europa, come se questi nostri fratelli con la pelle un po’ più scura non si possono anche loro definire cittadini europei, visto che sono morti perché credevano nei valori fondativi della stessa Europa, contro coloro che invece non ci credono più e ne vogliono celebrare i valori che stanno tradendo.
Provo anche molto più disagio contro coloro che domani, incuranti del sovraccarico di lavoro cui sono chiamati i lavoratori delle forze dell’ordine per sventare atti di terrorismo e che domani manifesteranno a Roma, con addirittura sei manifestazioni contrapposte e che con molta probabilità finiranno con manifestazioni di violenza, di puro vandalismo e di inutili devastazioni. E non si accampi il diritto di manifestare sancito dalle nostre libertà costituzionali: organizzare manifestazioni di protesta nella stessa giornata in cui le forze dell’ordine sono impegnate per proteggere questi capi di stato, che vanno protetti contro il terrorismo, è semplicemente demenziale, quando queste manifestazioni potevano benissimo anche essere organizzate una settimana prima. Scendere in piazza domani a Roma contro le forze dell’ordine, significa indebolire quelle stesse forse dell’ordine che sono in prima file contro il terrorismo. E questo è una grave atto di irresponsabilità e di mancanza di rispetto nei confronti di questi lavoratori, di questi sbirri che ci difendono dalle mafie e dai vari terrorismi a cui dobbiamo solo tanto rispetto per quello che fanno.
Con queste premesse domani a Roma c’è forse molto poco da festeggiare, anzi rischia di essere una sorta di funerale, anche se nessuno dei 27 capi di stato cercherà di vedere quelle trecento bare, dei morti annegati dell’altro ieri. Bare che nemmeno ci sono perché sono passati dalla vita al cimitero, senza alcuna cerimonia dignitosa di sepoltura.
L’unica voce che può dare speranza a questa tragedia, è papa Francesco e che guarda caso domani non sarà a Roma, quasi a volersi dissociare da questi inutili festeggiamenti e che oggi ricevendo i 27 capi di stato ha detto a tutti una cosa semplice: o l’Europa parte dalla SOLIDARIETA’ oppure è finita. Chi lo sa se questi rappresenti così poco rappresentativi hanno imparato la lezione.
Viviamo certamente in uno dei momenti più difficili della storia della nostra Europa. Da una parte abbiamo bisogno di più Europa, dall’altro stiamo distruggendo quanto di buono hanno costruito i nostri Padri, coloro che hanno conosciuto in prima persona le guerre e che hanno dato a noi 70 e più anni di pace.
Coloro che invece si ostinano a credere che solo le manifestazioni di piazza, magari violente, possono portare il progresso del paese, si devono ricredere. Ci sono stagioni in cui è meglio fermarsi se non si vuole distruggere quanto di buono è stato costruito e che siamo chiamati a salvaguardare tutti assieme.
Emilio Vanoni – Induno Olona
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