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Federalismo… alla romana

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23 Gennaio 2009

Non è per fare i bastian contrari a tutti i costi, ma leggendo e rileggendo la cosiddetta riforma federale passata al Senato, non abbiamo trovata traccia di federalismo. Il nucleo centrale della riforma prevede che le amministrazioni locali passino ad una spesa più virtuosa ed oculata (spesa standard), ma non c’è traccia del concetto cardine del federalismo che si riassume nella frase “i nostri soldi a casa nostra”. I quattrini invece continueranno a scendere verso Roma e per i comuni del Nord si prevede una non precisata compartecipazione alle imposte statali IVA e IRPEF. In che percentuale? Non si sa! In che tempi? Forse tra 9 anni. Di sicuro c’è la percentuale sarà bassissima perchè la giusta richiesta dei sindaci veneti che vorrebbero trattenersi il 20% dell’IRPEF è considerata folle. E allora come tireranno a campare i nostri comuni? La legge dice che potranno istituire nuove tasse municipali che, anche se non lo dicono, si aggiungeranno a quelle statali già esistenti.Bel federalismo, bel modo di ridurre la sperequazione Nord-Sud.
E poi scusate, perchè mai noi dovremmo aspettare una decina d’anni per prendere qualche briciola, mentre la stessa legge prevede che i milioni per Roma e per il Sud siano immediatamente erogati? Mistero. Non a caso ieri i ministri di AN festeggiavano e affermavano che mai nella storia d’Italia, un governo ha concesso così tanti soldi e potere alla città di Roma. Nemmeno Mussolini. Ci voleva il governo degli amici del Nord per arrivare a tanto…
Federalismo all’amatriciana dunque e scritto sul sugo di pomodoro: sì perchè questa legge non cambia la costituzione italiana, ma è una legge ordinaria che qualunque cambiamento di maggioranza, da qui a 10 anni, potrà stravolgere con grande facilità.
Svizzera,Germania, America in realtà si chiamano, ufficialmente, Confederazione Elvetica, Repubblica Federale di Germania, Stati Uniti d’America e il fatto che siano paesi federali è nel loro nome e al primo punto della Costituzione. Qui invece è scritto sul tovagliolo di un ristorante romano.

Max Ferrari. Fronte Nord-Lombardia Autonoma

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