“Fu la Lega a volere la funicolare, ma c’era il blocco alle auto”
13 Novembre 2012
Egr. Direttore,
mi permetto di intervenire nella polemica sui costi della gestione della funicolare Varese-S.Monte, potendo portare una testimonianza diretta, in quanto facente parte, nei primi anni ’90, del Consiglio di
Amministrazione AVT che ha preparato il piano di ripristino della funicolare stessa.
Nonostante il passar degli anni, credo di poter ricordare con sufficiente precisione l’intera vicenda.
Era evidente fin dall’inizio della procedura che il ripristino della funicolare costituiva un sostanziale "obbligo" di qualunque amministrazione pubblica se ne dovesse far carico, in quanto
rappresentava il "fiore all’occhiello" del primo governo leghista di una città importante. La valenza simbolica dell’iniziativa sovrastava di gran lunga le già allora diffuse perplessità sulla complessiva e
duratura tenuta economica.
La procedura del progetto di ripristino prevedeva necessariamente uno studio di fattibilità tecnico-economico. Tale studio, approntato con la dovuta cura e serietà dall’allora presidente Ing. Marchiori, ben coadiuvato dalla collega Ing. Capogna, prevedeva un bilancio di gestione a regime non certo "ricco" ma sufficientemente sostenibile (e comunque giustificato dalla valenza storico-culturale ed ambientale dell’impresa), bilancio soggetto peraltro a precisi, chiari ed espliciti presupposti: l’accessibilità (allora del tutto incerta) alla stazione di partenza del Vellone, il rilancio turistico-ambientale della montagna varesina, di cui la stessa funicolare sarebbe stata co-agente e traino,
e soprattutto la totale e definitiva inaccessibilità alla montagna dei mezzi motorizzati privati (esclusi i residenti); considerati tali necessari presupposti la cifra di 250.000 utenti/anno, appariva anche
allora forse ottimistica ma non del tutto irrealistica.
Non serve che ricordi come quei presupposti siano stati attuati dalle gestioni successive e fino ad oggi, essendo la situazione sotto gli occhi di tutti.
Per inciso, nello stesso studio veniva considerata con molti dubbi l’ipotesi di ripristino del secondo ramo, quello del Campo dei Fiori, in quanto sostanzialmente "concorrenziale" e non aggiuntivo, per quanto riguarda l’utenza ed i ricavi, a quello del S.Monte.
Cordiali saluti
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