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Gallarate e la programmazione urbanistica

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25 Aprile 2007

Egregio Direttore,
l’attuale Sindaco di Gallarate, Dottor Nicola Mucci, portò alla approvazione – in qualità di Assessore all’edilizia del Comune di Gallarate (giunta Forza Italia e Alleanza Nazionale) – il centro commerciale Borgomaneri in Viale Lombardia.
Successivamente eletto Sindaco nella successiva giunta Forza Italia, Alleanza Nazionale e Lega – il Dottor Mucci mantenne l’incarico di responsabile del settore urbanistica e portò a termine l’iter di questa pratica.
Rieletto ancora Sindaco nell’attuale tornata amministrativa, con gli stessi partiti, il Dottor Mucci taglierà il nastro, nei prossimi giorni, all’inaugurazione di questa struttura.
Le vicende legate a questa discussa struttura sono note: l’iniziale parere contrario della associazione commercianti rientrò grazie alla concessione di un ampliamento alla loro struttura di Via Vespucci e anche l’opposizione della Lega cadde con il suo ingresso in Giunta e senza quindi alcun provvedimento utile almeno per mitigare l’impatto di questa costruzione (e ci sarebbe stato tutto il tempo per farlo, in otto anni).
Oggi l’opera giunge a compimento e le responsabilità – nel bene come nel male – sono quindi ben definite.
Io penso che gli aspetti negativi siano preponderanti: una struttura commerciale così “pesante” immediatamente a ridosso del centro storico penalizzerà gravemente il commercio cittadino, per questo appare inspiegabile l’assenso dei vertici dell’associazione commercianti; la viabilità della circonvallazione cittadina su cui gravita il centro commerciale soffrirà inevitabilmente a causa della ridotta portata della carreggiata senza alcuna via di fuga; l’avvenuta cancellazione dei parcheggi di fronte alle Poste Centrali è assolutamente inconcepibile, trattandosi di un servizio pubblico che deve essere agevolmente utilizzato da aziende e privati cittadini (ricordo, a questo proposito, che le Poste furono allontanate dal centro proprio per ragioni di traffico e parcheggio); analogo discorso per la cancellazione dei parcheggi di fronte a un frequentato laboratorio di analisi e agli stessi uffici dell’associazione commercianti; con la chiusura della linea di separazione fra le carreggiate è inoltre divenuto molto difficoltoso, se non impossibile, l’ingresso in alcune delle aziende che si affacciano sull’arteria; l’inversione di marcia poi, indispensabile per accedere all’autostrada o ad alcuni uffici, è legata ad un tragitto di 1.800 metri con conseguente appesantimento del traffico e dell’inquinamento; le modifiche al calibro della strada, comunque insufficiente e senza possibilità di parcheggio, hanno infine determinato il taglio di un intero viale alberato.
Questo sono solo alcuni degli effetti, assolutamente prevedibili e previsti, determinati da questo insediamento su un’area che si affaccia su due delle più trafficate vie cittadine, quelle che uniscono l’uscita dell’autostrada con Busto, la città di Gallarate con quella di Cassano, tutta la parte nord con la stazione ferroviaria.
La nuova struttura commerciale, sovradimensionata rispetto agli spazi esistenti, occupa la massima parte dell’area interessata, senza adeguate corsie di entrata ed uscita ai parcheggi e questo determinerà inevitabilmente un caos viabilistico, soprattutto nelle ore di maggiore affluenza.
Io penso veramente, e con me la stragrande maggioranza dei cittdini della zona, che amministratori responsabili non possano continuare a dire “aspettiamo di vedere cosa succederà”: devono invece intervenire preventivamente per evitare disagi e problemi che saranno impossibili da eliminare a struttura aperta.
La città di Gallarate paga già da anni l’incapacità di programmazione urbanistica che ha portato al disastro della strada del Sempione fino ai confini di Busto Arsizio.
Sono scelte che hanno i nomi e i cognomi degli amministratori che hanno approvato quegli interventi.
Non sarà certo una consolazione, a posteriori, dire che l’avevamo detto e individuare, come stiamo facendo, chi porta la rsponsabilità di queste scelte.
C’è ancora una possibilità di rimediare in extremis alle storture più evidenti migliorando almeno gli accessi e le uscite; così come potrebbe essere un piccolo risarcimento al quartiere quello di mettere gratuitamente a disposizione adeguate aree per il parcheggio pubblico, utilizzabili per chi si reca in stazione e liberando così, almeno, le strade circostanti dal soffocante (e inquinante)assedio di auto.

Giuseppe Provasoli

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