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Giannantoni e Paolucci non andavano esclusi

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24 Gennaio 2017

Egregio direttore,

i media varesini annunciano in questi giorni una serie di iniziative in memoria di Calogero Marrone a cura dell’Anpi e del Comune di Varese. Come ormai tutti dovrebbero sapere Marrone, siciliano di Favara, era capo dell’ufficio anagrafe del Comune di Varese negli anni della guerra e dell’occupazione tedesca. Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 aveva rilasciato centinaia di documenti falsi e in bianco a ebrei e ad antifascisti affinché potessero sfuggire alla retate nazifasciste. Tradito da un delatore o da una delatrice presumibilmente presenti all’interno degli uffici comunali venne arrestato, torturato e avviato in alcuni campi di detenzione per poi chiudere tragicamente la sua vita nel campo di sterminio di Dachau il 15 febbraio 1945.
(nella foto Franco Giannantoni)

Per decenni l’eroismo civile di Marrone rimase sconosciuto alla storia della Resistenza italiana e , naturalmente, a quella di Varese. Un vuoto colmato negli scorsi anni da un accuratissima ricerca condotta da due giornalisti e ricercatori storici di grande rigore, Franco Giannantoni e Ibio Paolucci. Nel 2002 il loro lavoro sfociò in un volume dal titolo emblematico: “ Un eroe dimenticato”, edizioni Arterigere –EsseZeta.

A Marrone l’Amministrazione comunale di Varese ha dedicato una targa ricordo nei giardinetti Cagna di Biumo Inferiore, viziata peraltro da  imprecisioni storiografiche e dalla dicitura “Giusto fra i giusti” inesistente nella memorialistica ebraica, anziché “Giusto fra le Nazioni”, massima onorificenza civile conferitagli cinque anni fa dallo Stato di Israele. Riconoscimento straordinario ottenuto solo grazie alla competenza e all’impegno di Franco Giannantoni. Ad oggi la targa, discretamente sbiadita, non è ancora stata corretta.

Per anni, in ambito cittadino, tra  pretestuose polemiche e dinieghi burocratici si è discusso in merito all’intitolazione di una via  all’eroico funzionario. Giannantoni, a nostro avviso giustamente, suggeriva di intitolare a Marrone l’attuale via dedicata a Padre Reginaldo Giuliani ( collega viale Monte Rosa all’altezza della sede PD con viale XXV Aprile ) cappellano militare volontario delle Camice nere  al seguito delle truppe inviate a conquistare l’Etiopia nel 1935/’36. Tra l’altro la scarsissima presenza di abitazioni avrebbe agevolato il cambio del nome. Ma ciò non è avvenuto. L’amministrazione Galimberti, pur ovviamente concordando con l’opportunità di intitolare a Marrone una strada cittadina, ha preferito la nuova e più anonima via che collegherà via Corridoni con il  parcheggio in costruzione dietro la stazione di Casbeno e l’adiacente Centro medico Beccaria già in funzione.  Sabato 28 verrà inaugurata pertanto la nuova via Marrone mentre il giorno prima alle 9.30 al Cinema Nuovo una nutrita platea studentesca assisterà a uno spettacolo, dedicato a Calogero Marrone, che sarà in replica la sera stessa alla Cooperativa di viale Belforte. Una pièce teatrale curata dall’attrice Silvia Sartorio verosimilmente ispirata al testo di Giannantoni e Paolucci.

La memoria del funzionario di Favara esce finalmente dall’ombra in cui anche la Varese democratica l’aveva confinata, è però  un errore dal profilo umano e un vulnus culturale che questo accada con la sostanziale emarginazione di Giannantoni e Paolucci cui va il grandissimo merito di aver portato alla ribalta della storia nazionale e locale la vicenda esemplare di un funzionario modello diventato eroe, suo malgrado, nei tragici anni della Repubblica di Salò.

Cesare Chiericati e Carlo Meazza

 

 

 

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