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Gli adolescenti non hanno più regole e valori

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20 Ottobre 2007

In questi ultimi mesi gli atti di bullismo che le cronache nazionali ci raccontano mi fanno pensare in quale tipo di società si vive. Ultimo ed eclatante caso è stato l’accoltellamento di un ragazzo diciassettenne da parte di un compagno ,colpevole di aver rovinato un giubbotto di pregio.
Una società dove gli adolescenti non hanno più regole e valori da seguire dove il più forte si accanisce sul soggetto più debole alla faccia delle autorità e delle norme. Basti vedere ai filmati che girano su internet per capire come un luogo deputato all’educazione, come la scuola,sia stato trasformato in un circo,in un luna -park,dove gli insegnanti sono in balia dei propri studenti che distruggono le aule,picchiano selvaggiamente i compagni più deboli,dove l’istituto che frequentano non sia altro che “un teatro” dove poter far sfoggio della loro forza del loro vigore e del loro cosiddetto coraggio. Cosiddetto coraggio perché più che prove di forza sono atti da sfigati che danno sfogo agli istinti più biechi e deboli della componente umana, perché è da sfigati prendersela col più debole del gruppo, distruggere la cosa pubblica, assumere sostanze stupefacenti o alcool che mandano il cervello a massa ,che abbassano i freni inibitori, che rendono la persona debole senza spina dorsale,senza volontà. Una persona assolutamente conformista ,omologata alla massa, perché gli atti di bullismo non hanno niente di originale ,di brillante, sono ormai un susseguirsi di azioni che si rincorrono dettate dall’emulazione più stupida.
Mi permetto di aggiungere che tali comportamenti siano colpa dei genitori e degli stessi insegnanti che dovrebbero far crescere i ragazzi prima come persone, a farli diventare “uomini” come dicevano i vecchi un tempo,crescita sancita anche da regole ferree non derogabili con la giusta e certa punizione in caso di violazione e non con il permissivismo più becero,con la comprensione perchè tanto “sono ragazzi”, perchè portano allo sbando e ai risultati che sono davanti agli occhi di tutti noi.

Massimo Puricelli, Legnano

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