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Hotel di capolago, dove sono il sottopasso e l’area attrezzata?

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22 Aprile 2009

Egregio Direttore,

ho approfittato della bella giornata primaverile, in occasione della “Pasquetta”, per percorrere la pista ciclabile intorno al lago di Varese. Una delle più apprezzabili opere realizzate da un Ente pubblico ( in questo caso la Provincia). Sono tuttavia rimasta colpita, all’altezza di Capolago, dal nuovo hotel-motel. Colpita perché ricordo bene quali erano state le promesse quando quest’area verde fu aggredita in nome e per conto dei mondiali di ciclismo (lanciati dalla megalomania di un presidente di Provincia), mondiali che non hanno portato quelle folle di turisti e spettatori indicati dalle trionfalistiche speranze di poco avveduti amministratori. Un’area verde di Capolago è stata sventrata per crearvi il posto per la nuova ondata di cemento targata Gruppo Polita.  Passi. E si fa per dire.

Il fatto è che nella mia gita del “lunedì dell’Angelo” non ho trovato granché di ciò che era stato promesso in cambio dell’ok comunale.

Dov’è l’area verde attrezzata? E dove il sovra o sottopasso sulla lacuale? Opere che avrebbero dovuto mitigare un intervento rilevante dal punto di visto immobiliare, a ridosso, non va dimenticato,  di una zona naturalistica sotto tutela speciale (una Zps come la si chiama in gergo tecnico). Rientrando nelle opere previste per i mondiali 2008 di ciclismo, il Gruppo Polita ha visto il progetto del proprio motel approvato in quattro e quattr’otto grazie alla procedura semplificata. Ma, appunto, se non ho cattiva memoria, la contropartita che il Comune di Varese chiese al Gruppo Polita per concedere finalmente il proprio “sì” consisteva in una serie di interventi che gli stessi costruttori si erano impegnati a portare a compimento: infopoint, casetta per il noleggio delle bici, bagni, ristoro, il famoso sovrappasso per scavalcare la strada provinciale in sicurezza a ciclisti e amanti della corsa, marciapiedi, illuminazione della via per Bodio e canali di scolo sotto la lacuale per mitigare i problemi idrogeologici della zona di Capolago. Solo una minima, quasi impercettibile porzione di quei lavori è stata effettivamente portata a termine. Perché, ecco la domanda, perché nessuno dal Comune chiede il rispetto di quegli impegni? Forse perché il progettista dei Polita era l’attuale vicesindaco di Varese, l’architetto Giorgio De Wolf?

Sono anche incuriosita da altri aspetti. Ad esempio, era previsto un termine entro il quale realizzare le opere promesse da parte del Gruppo Polita? E il Comune in caso di ritardi aveva indicato penali? Se sì, il Gruppo Polita le sta pagando? E quelle opere, infine, si faranno o sono finite nel dimenticatoio?

Fino ad ora mi pare che si sia mancato molto sulla parola data e quindi sulle promesse fatte. Un po’ più di correttezza non solo non guasterebbe ma consentirebbe a Varese di ottenere il rispetto degli impegni presi da un Gruppo imprenditoriale con il Comune.

lettera firmata

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