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I bagni delle stazioni sono “cessi schifosi” e incivili

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22 Dicembre 2009

Caro Direttore,
ma voi colleghi di VN (e di TUTTI i mass-media varesini) da che pianeta venite?
Viaggiate forse tutti in "VIP SUV turbo" con "pappagallo" e "padella" griffata?
Scrivo in relazione all’articolo"Atti osceni nei bagni della stazione: denunciati 8 uomini".
E’ da almeno vent’anni che le "toilette" (parlo di quelle maschili perchè non ho esperienza di quelle femminili, ma la mia compagna mi dice che la situazione è identica) delle stazioni di Varese (FF.SS. e Nord) sono da sesto mondo. Sporcizia intollerabile, perenne assenza di carta igienica e impossibilità di chiudere la porta perchè quasi sempre la chiusura è rotta. Praticamente la stessa tristissima realtà delle "toilette" dei treni italiani (che però "almeno" si possono chiudere…).
Le toilette delle stazioni (e dei treni…) sono il "biglietto da visita" di una città (e di una civiltà…). Io in tali "toilette" (patetico eufemismo per "cessi fetenti") non ho mai avuto sgradevoli "incontri ravvicinati del terzo tipo". Ma igienicamente "cessi schifosi" e incivili sono e restano. E ciò vale anche per gli schifosi cessi A PAGAMENTO! delle stazioni di Milano. Ove se "ti scappa" o hai 1 euro (duemilalire!) da infilare nella porta di ac-cesso per aprirla o… "te la fai addosso"! Gentilmente mi spiegate a cosa servono i "controllori delle ASL" che quando ero imprenditore mi hanno obbligato a spendere 30.000 euro (sessantamilionidilire!) per rendere "a norma 626" le toilette della mia ditta dove si poteva "mangiare per terra"? E se certe cose non le denunciamo noi giornalisti, cari colleghi gentilmente mi spiegate chi può farlo? E chi può dare voce a chi non ce l’ha, in primis agli anziani e ai diversamente abili? Non pensate che sia "rob de ciod" che queste cose le debba denunciare un vecchio giornalista scientifico invalido civile volontario di AUSER Varese?
The answer is blowin’ in the wind.
Tanti auguri di buon Dies Natalis Solis Invicti.
E buon letargo.
Dr. Bruno Moretti Turri – AUSER Varese

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Le questioni che solleva il dottor Moretti Turri sono corrette. Tralasciamo le sue considerazioni sul nostro lavoro (e non solo quello di Varesenews) perché questo continuo astio verso la stampa non aiuta nessuno, e soprattutto si affermano cose non vere perché i media raccontano in continuazione le condizioni di alcuni servizi, o meglio disservizi. Nel nostro caso è sufficiente fare una ricerca e si troveranno diversi articoli pubblicati in passato.
È comunque l’occasione per ribadire che va molto bene che la denuncia del pessimo funzionamento di alcune strutture le facciano i cittadini perché la loro voce è importante e possono osservare sempre da vicino la realtà. Questo non perché i giornalisti viaggiano in turbo Suv, ma proprio per una scelta di democrazia.
Va altrettanto bene che si raccontino storie virtuose perché la realtà è qualcosa di più bello delle sole brutte notizie.
A Moretti forse è però sfuggito che il nostro giornale da circa nove mesi dedica la sua terza apertura proprio ai lettori e alle loro storie. È il giornalismo partecipativo o come amano dire in inglese il citizen journalism.
Il direttore
 

Dr. Bruno Moretti Turri - AUSER Varese

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