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I giovani e il 25 aprile

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I giovani e il 25 aprile
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21 Aprile 2015

Egregio direttore,

tra pochi giorni sarà il 25 aprile, il giorno della festa della Liberazione dell’Italia e di Varese dal nazifascismo. C’è un filo invisibile, ma resistente, fatto di civiltà, democrazia e libertà che accompagna la storia della nostra Città e questo filo, quando si spezza, viene sempre riannodato dai giovani. Pensiamo al periodo del Risorgimento, l’accoglienza data da Varese a Garibaldi ed ai suoi cacciatori delle Alpi, gli scontri contro l’esercito austriaco occupante, il sacrificio di tanti ragazzi che credevano in un’Italia unita e libera dall’invasore. Pensiamo alle sofferenze di altri varesini (e delle loro famiglie) che partirono per andare a combattere nella prima grande guerra (1915-18), di cui quest’anno ricorre il centenario e che per molti versi costituiva il completamento del percorso risorgimentale. Nel mezzo, anche nella nostra provincia, la nascita dei partiti di massa, popolari e socialisti, cui molti giovani aderirono, dei movimenti cooperativi e dei sindacati dei lavoratori, che tanto hanno contribuito alla crescita civile e sociale dei nostri territori. Poi il fascismo e la dittatura, le leggi razziali ed infine la seconda guerra mondiale: un orrore che sembrava non finire mai. Dopo l’otto settembre 1943 altri giovani varesini decisero di lottare, nelle file dei partigiani, per la libertà, questa volta dall’invasore nazista: alcuni di loro morirono, altri ancora oggi, ormai anziani, portano avanti con grande impegno quella testimonianza. Dobbiamo ringraziarli, sempre, ma non basta. Alla nostra scuola oggi spetta il compito fondamentale di formare i ragazzi sulle tematiche cruciali del novecento e sul significato della democrazia; alle famiglie ed alle comunità, anche quella politica, quello di insegnare loro le regole della convivenza civile ed il rispetto per gli altri. Tutti insieme dobbiamo scongiurare il pericolo che i nuovi cittadini crescano come quelli che l’altra notte sono andati a devastare lo stadio, accanendosi contro un impianto che é un bene collettivo e che invece seguano l’esempio di altri giovani, che hanno lottato per l’affermazione di ideali di civiltà, democrazia e libertà. Perché questo deve essere il vero patrimonio della nostra Città e del nostro Paese, come ci ricorda l’insegnamento del 25 aprile 1945 a settant’anni di distanza.
Luca Paris – Segretario PD Varese

Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da AndJusticeForAll

    Ricordo, per verità storica, che i partigiani, come i Fascisti, si macchiarono di orrori quali razzie, esecuzioni, processi sommari, violenze di ogni tipo… Non c’è giustizia di parte! Ognuno commise errori, ognuno commise orrori e ognuno aveva del buono; in ogni schieramento c’era chi credeva in un ideale, giusto o sbagliato che fosse. Io ritengo che 70’anni dopo sia giunto il momento di schiacciare il bottone RESET e ripartire da 0 imparando dagli errori che ci furono in ogni schieramento.

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