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I Legnanesi? Teatro politico, e di destra

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20 Aprile 2007

Egregio Direttore,

considerato che una sua collaboratrice, nell’intervistare i “Legnanesi”, fa riferimento ad una mia del 25 novembre scorso, nella quale definivo le recenti rappresentazioni di questa compagnia teatrale vernacolare un concentrato di stereotipi e di luoghi comuni, vorrei precisare che il capocompagnia intervistato, “la Teresa” , omette di inserire, nell’elenco di emittenti radiotelevisive, che hanno contribuito al successo della compagnia, anche Telepadania e Radio Padania Libera. Su quest’ultima, se non erro, gli intervistati , oltre ad essere continuamente pubblicizzati, hanno , non molto tempo fa, addirittura condotto una rubrica di satira e di dialogo con gli ascoltatori. Ciò smentisce, dunque, la pretesa apoliticità del gruppo.

In quanto alla “gente” di cui parla l’intervistato, in un’accezione generica e, direi, abusata,non è ben chiaro di quale categoria di persone si tratti, vista la connotazione, almeno dal punto di vista economico, tutt’altro che “proletaria” ( mi si consenta questo termine “comunista” o “pseudocomunista”) del pubblico dei “Legnanesi” e quindi ben lontana dai “poveri cristi” che ,in maniera retorica e strumentale, essi intendono rappresentare in alcuni loro lavori. Così come retorica e strumentale, non scevra, perciò, di compiacenza nei confronti di certa propaganda politica, è la ricostruzione della Lombardia dei cortili : una Lombardia che non esiste più e le cui caratteristiche civili e solidali non meritano di essere ridotte a farsa. Nei cortili , adesso, vivono, quasi esclusivamente, famiglie di lavoratori “extracomunitari”, che a tanti estimatori degli spettacoli dei “Legnanesi” proprio non piacciono, così come ai loro padri non piacevano i ” terroni”.
E’ , dunque,un teatro politico, oserei dire, quello degli attuali “Legnanesi”, nel senso che , volontariamente o involontariamente, contribuisce alla costruzione del consenso nei confronti di una certa parte politica, usando strumenti apparentemente inoffensivi e goliardici.
Cordiali saluti.

Giorgio

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