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I nostri figli si mettano nei panni degli altri

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30 Gennaio 2009

Gent.mo Direttore,
diversi lettori hanno scritto riguardo all’esperienza del Blocco 31 alla Scuola di Tradate, spero di non annoiare, la reputo significativa: troppe volte i nostri figli avrebbero bisogno di mettersi nei panni degli altri per vivere meglio, per avere più coscienza.
Capire cosa significava allora essere ebreo, di quale barbarie sono stati vittime, averlo “vissuto” in modo soft con i propri compagni, guidati dai propri insegnanti è importante per la valenza stessa che hanno a quell’età le esperienze condivise.
Meglio un pomeriggio davanti alla tv con signorine mastodotate costrette in 2 taglie d’abito di meno, da cui non possono che straripare e propinarci, (un canale Rai ieri pomeriggio attorno alle 15), riguardo ad un ragazzo, che un po’ spaesato si offriva in pasto alle telecamere, che alcuni anni fa “pensava ancora che nella vita fosse importante studiare”.!!!
Come trasmettere il rispetto, la capacità di discernere fra lo scherzo e la violenza, la sensibilità per cogliere chi è vittima e chi carnefice e non eroe?
Salviamo i nostri figli dagli insegnanti cattivi che cercano di farli ragionare sulla realtà e continuiamo a lamentarci eternamente del razzismo, del bullismo, della violenza alle donne, ai deboli… trasmettiamo loro che per combattere la violenze ci vorrebbe un militare per ogni…
Ha senso trincerarci dietro una bella barriera di ciò che compete alla scuola e ciò che compete ai genitori?
La realtà è così composita e sfaccettata: non è meglio consentire ai nostri figli di coglierla e averne coscienza sia in ambito scolastico che famigliare?
Grazie per lo spazio e una buonissima giornata a tutti.

Lena Bandi

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