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Il 25 Aprile è da sempre la festa di tutti

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22 Aprile 2009

Caro direttore,
 
vedere che Berlusconi, il capo del Governo, ci rivela nel 2009 che il 25 aprile Festa della Liberazione, è una festa di tutti è una bella notizia, di quelle che si possono sentire solo in Italia.   
 
Ovviamente è una rivelazione a modo suo, o meglio ‘ad uso suo’, utile a correggere l’immagine di uomo di rottura che agli occhi di molti continua ad avere. Questo annuncio infatti, arriva dopo aver insinuato, anno dopo anno,   con meditata strategia, l’idea che il 25 aprile NON fosse una festa condivisa per colpa della sinistra.
 
Al contrario invece ricordiamo tutti come Berlusconi abbia preso da subito le distanze dall’antifascismo, quando, per la sua ‘discesa in campo’ gli servivano i voti di AN il cui leader parlava ancora del Duce come del ‘maggiore statista del secolo’.
 
Chi non ricorda quel memorabile 25 aprile del 1994 a Milano,   a sfilare sotto la pioggia insieme 300 mila persone, con la partecipazione anche di Bossi (allora ben più vicino di oggi al sentire popolare), con il capo del governo in vacanza in una delle sue ville?
 
Chi non ricorda le   frasi del Cavaliere alla stampa inglese, su Mussolini ‘dittatore benevolo’ e sul confino di polizia’ come ‘piacevole vacanza’?   
 
Pur apprezzando la novità (come si dice: “meglio tardi…) non si può non vedere il rovesciamento della realtà che viene qui operato e che ricorda la favola del lupo e dell’agnello, dove il primo (che sta a monte) accusa il secondo (che sta a valle) di sporcare l’acqua che beve per primo lui.
 
Così appare la leggenda oggi di moda, che incolpa altri (gli ‘estremisti’, termine vago ma sempre utile all’uso) di una scelta propria, fatta scientemente.   
 
A rompere l’unità della tradizione antifascista e lo spirito unitario del 25 aprile, ben più che le insolenze e l’irresponsabilità di qualche frangia settaria della sinistra (che purtroppo non è una novità di oggi), hanno contribuito le scelte di Berlusconi, che come leader politico e Capo del Governo ha per anni disertato ogni celebrazione ufficiale, ostentando un distacco talvolta irridente, talvolta ostile: oltre   all’aver approvato o coperto il revisionismo nostalgico dei vari Gasparri&LaRussa   ed essersi alleato con la destra più apertamente neofascista.   
 
Speriamo che oltre alla partecipazione di sabato il Premier voglia agire anche per correggere questa sensazione, riconoscendo le ragioni di CHI NON HA MAI SMESSO di credere al valore fondativi del 25 aprile e di rendere omaggio al sacrificio di tanti italiani amanti della libertà.   
 
Saluti cordiali
   
PS
Un’ultima nota paradossale: leggo che coloro che fino a ieri chiedevano di associare nel ricordo partigiani e repubblichini oggi hanno cambiato idea e prongono, con una nuova distinzione, una loro personale distinzione, per escludere dal riconoscimento dovuto i ‘partigiani rossi’ (quelli cattivi). Questa è la discussione pubblica nell’Italia di oggi, caro Giovannelli…
Roberto Caielli

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