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Il naturale ricambio politico

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31 Agosto 2011

In questi giorni siamo tutti presi dalla manovra economica che il governo sta per emanare e siamo, ancora una volta, talmente presi dal quotidiano da non poterci permettere di affrontare delle questioni che non abbiamo il carattere di estrema urgenza. E’ necessario invece a nostro avviso spostare un po’ la distanza del dibattito politico per parlare di quello riteniamo sia uno dei principali problemi della politica italiana di sempre: il fisiologico ricambio della classe dirigente politica. Dopo il trauma democratico subito dall’avvento del fascismo colpevole anche di aver installato una classe dirigente mediocre ma ubbidiente, la nostra repubblica non è stata più in grado di rigenerarsi in modo autonomo ma ha sempre avuto bisogno di un intervento esterno e traumatico.
La vecchia e per qualcuno ancora cara Democrazia Cristiana sventolando la bandiera dell’anticomunismo si è insediata nei posti di potere e ivi vi è rimasta fino all’avvento di tangentopoli che ha avuto il merito di fare il più che indispensabile ricambio della classe politica di allora. Il problema è che dalla fine degli anni ’90 in poi (e sono passati quasi venti anni!) la classe politica non si è più rinnovata! Se pensiamo ai politicamente coetanei di Bossi, Berlusconi, Veltroni e certo anche Bersani e perché no?! Anche Di Pietro dobbiamo parlare di Blair in Inghilterra o magari di John Major, di Helmut Kohl in Germania, di Clinton negli Stati Uniti e di Eltsin in Russia! Personaggi che molti tra i più giovani non conoscono affatto. La nostra classe dirigente nata negli anni ’50 non riesce a trovare una piena affermazione politica ed è già ora di passare il testimone ai nati negli anni settanta! E non sto parlando di cose irrealizzabili o di concetti di principio: David Cameron primo ministro CONSERVATORE inglese ha esattamente 43 anni essendo nato il 9 ottobre del 1966!
La gerontofilia politica del nostro paese non trova eguali in nessun paese democratico al mondo. Questo non è solo un sintomo di un meccanismo che favorisce le clientele e le conoscenze dirette impedendo l’ascesa di personaggi non graditi dalla dirigenze dei partiti grazie anche alla complicità di una legge elettorale ispirata al triste listone unico del ventennio; ma questa gerontofilia ci porta a dover sentire dei discorsi sull’anticomunismo da periodo maccartista, a dover sentire che è necessario un piano sull’edilizia da anni 50 quando in 20 metri quadri vivevano 5 almeno persone, a dover sentire delle sciocchezze demagogiche sull’immigrazione (regolare e/o clandestina tanto per alcuni non c’è nessuna differenza) e non a pensare che i paesi ex comunisti sono dei partner europei oltre che commerciali. Mentre invece la speculazione edilizia si è divorata ogni metro quadro o cubo che sia del territorio, che esistono appartamenti vuoti in ogni angolo del paese, che l’abusivismo edilizio è nemico del territorio e quindi delle persone e che va combattuto in ogni modo: altro che sanatorie!
E ancora che il futuro passa per la banda larga di internet su cui sviluppare le comunicazioni e quindi stimolare il business delle piccole imprese permettendo di comunicare a costi bassi o che l’immigrazione regolare ha permesso a chi ora dileggia ed insulta gli stranieri di poter mandare aventi le fabbriche e quindi arricchirsi proprio grazie al lavoro degli immigrati e che quindi devono essere considerati come un risorsa per il nostro paese (e mi riferisco sia agli immigrati dal sud Italia che a quella proveniente dall’estero). Come facciamo a essere competitivi se chi ci dirige non è inserito nel tempo in cui vive ?
Stefano Napolitano

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