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Il non-scandalo VW spiegato (quasi) bene

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Il non-scandalo VW spiegato (quasi) bene
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1 Ottobre 2015

Caro Direttore,
chiariamo subito una cosa. Questa dissertazione sul mondo motoristico è fatta da una persona che da almeno 15 anni legge mensilmente Quattroruote, che si esalta come una biscia quando vede il video di presentazione della Alfa Romeo 4C negli States e che, sopra ogni altra cosa, possiede una Volkswagen Golf (a benzina).

E visto che possiedo una Golf che ritengo ancora oggi una gran macchina fonte di tante soddisfazioni posso dire che inizialmente, allo scoppiare di questo scandalo, ero parecchio incazzato con il marchio Volkswagen. Mi sentivo un po’ tradito da un marchio che ho sempre visto essere al top come qualità, valore aggiunto e rispetto verso il cliente.

Poi qualcosa è cambiato. Mi sono informato meglio. Perché più leggo e scavo in questa vicenda e più capisco che è venuto alla luce un enorme segreto di pulcinella tenuto nascosto fino ad oggi e pronto per essere usato come arma.

In pratica ora emerge che un ennesimo ente indipendente (European Federation for Transport and Environment AISBL) ha pubblicato un recente report che mostra in modo evidente come quasi nessuno dei maggiori costruttori europei e mondiali mantenga le promesse dichiarate sul tema emissioni.

http://www.transportenvironment.org/sites/te/files/publications/TE_Mind_the_Gap_2015_FINAL.pdf

Si legge:
“Mercedes cars have the biggest average gap between test and real-world performance, with real-world fuel consumption exceeding test results by nearly half”

In pratica alcuni modelli Mercedes in realtà emettono più del 50% di emissioni di quanto dichiarato. Appena sotto il 50% delle serie 5 di BMW e la nuova Peugeot 308.

Sempre dal report PDF il grafico 5 a pagina 9 è abbastanza eloquente. In pratica si scopre che quasi la totalità delle best-selling cars europee emette molto di più del dichiarato con percentuali che vanno dal 30% al 55% in più.
Tutti questi modelli usano dei trucchi più o meno leciti e più o meno mascherati per eludere i test abbassando di fatto la coppia motore, usando lubrificanti speciali e cicli di test ottimizzati, emettendo quindi meno gas di scarico e meno co2.

Quindi alcune domande sovvengono spontaneamente.
– In pratica in 5 anni sono state vendute decine di milioni di auto non conformi ai regolamenti internazionali sulle emissioni di sostanze inquinanti e CO2.
– Nessuna di queste rientra a pieno nei criteri di emissioni semplicemente denominato Euro 5.
– Con un parco circolante del genere nessuno in 5 anni ha avuto la bizzarra idea di eseguire un test reale su strada.
– C’è voluto un gruppo di studentelli americani che si sono fatti 2500 km con una Volkswagen per far emergere la verità.
– Nel frattempo tutti sapevano delle reali emissioni di questi motori e della impossibilità tecnica di spingersi oltre. Da 3 anni circolano tra le case automobilistiche e le relative commissioni statali lettere di avviso sulla effettiva non conformità di questi motori sul tema emissioni.
– Lo scandalo è nato in un altro paese, paese in cui la motorizzazione diesel non ha mai avuto successo e una grande diffusione e dove il primo costruttore mondiale (VW) stava per approdare in grande stile proprio con il motore 2.0 TDI incriminato.

Diciamo che faccio molta meno fatica a credere che su Marte ci siano laghi salati con dentro dei branzini marziani piuttosto che accettare passivamente la teoria dello scandalo scoppiato per puro caso.

Tutto questo non-scandalo mostra quindi con evidenza disarmante che forse l’industria automobilistica convenzionale ha raggiunto un limite tecnologico.
Che comunque stiamo bruciando del combustibile fossile e che non possiamo pensare che l’attuale grado tecnologico ci consenta di tramutare come per magia dei gas di scarico nocivi in acqua di colonia.

Se nemmeno il più grande costruttore mondiale di auto ed i suoi diretti concorrenti riescono a rispettare delle regole, sfiorando di parecchio i limiti, allora vuol dire che ogni piccolo minimo incremento e miglioramento diventerà costosissimo in termini di ricerca, risorse e produzione.
Significa anche che chi fa regole non ha nemmeno la minima idea di cosa significhi rispettarle. I legislatori non parlano con i tecnici e viceversa.

Due anni fa uno studio evidenziava come occorrano diversa decine di milioni di euro di investimento solo per abbassare di 2mg/km il quantitativo di emissioni.
Qualcuno si chiedeva dubbioso..ma non sarebbe meglio investire tutti questi soldi nel trasporto pubblico o semplicemente piantando alberi che ridurrebbero molto più efficacemente la CO2.

Il mondo automobilistico è a una svolta. Chi fa le regole deve tornare con i piedi per terra ed ammettere che i suoi limiti ad oggi sono rispettabili solo con costi che supererebbero i reali benefici.
Elon Musk, il fondatore di Tesla Motor, ha preso la palla al balzo. Ha semplicemente ribadito questo concetto fondamentale. Forse il campo motoristico classico è arrivato ad un crocevia, ad un bivio. Non possiamo più migliorare ma possiamo semplicemente cambiare, innovando. Dobbiamo uscire dal paradigma del solo combustile fossile per adottare altre forme di propulsione che vadano ad affiancare quella convenzionale che ha raggiunto il massimo grado di efficienza e sviluppo possibile.

Volkswagen è stata la prima beccata, vuoi per malizia, dolo o semplicemente sfortuna ma fossi il proprietario di una azienda automobilistica (tranne Tesla) oggi non dormirei sonni tranquilli. Volkswagen ha la colpa di aver tenuto nascosto questo segreto che ormai sembra essere condiviso da molti altri.
Volkswagen può cambiare, può diventare leader di un nuovo concetto di auto, ibrido, più efficiente e meno esoso.
Auto più leggere, più piccole, più efficienti e anche più divertenti. Perché Colin Chapman ce lo diceva già molti anni fa, la leggerezza è tutto. Aumenta le prestazioni e diminuisce i consumi. Non serve avere dei motori imbarazzanti per poter spingere l’auto a regimi sportivi. Che serve viaggiare con 2 tonnellate e passa di auto, che vi dovete mai portare in giro? Che senso hanno certi modelli americani come la Chrysler Escalade con un “robusto” 6.2L V8 aspirato che emette la bellezza di 480mg/km.

Nel frattempo Elon Musk non è stato a guardare. Ha raddoppiato la produzione di Tesla Model S in Europa. Per la serie, io vi ho avvertito.

Felice Griffi
Tradate

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