» Invia una lettera

Il ragazzo di Varese

1 Stella2 Stelle3 Stelle4 Stelle5 Stelle
Loading...

5 Novembre 2012

Gentile direttore,

   oggi ho avuto la bellissima sorpresa di vedere, finalmente e per la prima volta dopo tanto, troppo tempo, un giovanotto in grado di cambiare le cose, perché in grado di coniugare la Cultura con la Politica e comunicare in maniera semplice, ancorché complessa, la realtà della situazione italiana,  portando avanti un discorso di pensiero in maniera divulgativa, comprensibile, fruibile da chiunque. Ma soprattutto pieno di Senso.

   Il ragazzo è settentrionale, viene da Varese. Si chiama Dario. Davvero una lieta sorpresa, perché si è verificato nel mainstream televisivo. E’ accaduto nel corso di una trasmissione mattutina, coffee break, condotta da Vaime (e già solo per questo è da segnalare come diversa) e da Tiziana Panella, una delle  più intelligenti  presenze femminili nel campo della professione mediatica in video, che va in onda dalle 9.50 alle 10.40 sull’emittente La7. Hanno introdotto Dario e dopo aver parlato dell’attuale situazione in Italia, gli hanno chiesto la sua opinione. Ecco che cosa ha risposto il ragazzo alla richiesta di Tiziana Panella di commentare la frase di Monti, quando dice che il governo si è “dovuto” comportare in maniera brutale con i cittadini. La racconto a modo mio.Dario ha detto: “Brutale? Direi proprio di no. Non credo proprio sia il termine giusto”. Sconcerto tra i conduttori. Dario ha fatto una breve premessa per chiarire l’importanza dell’uso del linguaggio e dei media, che sembra essere uno dei suoi cavalli di battaglia (come per ogni giovane che si rispetti, oggi). E poi ha proseguito con un tono mite, mai aggressivo: “Vede, nella nostra bella lingua italiana, così ricca e variopinta, noi usiamo il termine “brutale” che è un aggettivo di derivazione latina. Viene da Brutus, un antico romano. Costui era un uomo molto severo, poco dedito a compromessi. Allora, nell’antica civiltà romana, lui era venuto a sapere che i suoi figli avevano compiuto dei gravi misfatti, ed era rimasto orripilato per ciò che la sua figlianza aveva commesso. E così pensò che dovevano essere puniti con grandissima forza. E allora li uccise. Quindi, la parola “brutale” va riferita ad un atto violento che si esercita in maniera estrema al fine di comminare una punizione perché è stato commesso un atto riprovevole”. A questo punto si è interrotto un attimo (ha il fiato un po’ corto, forse fuma troppo) e poi ha ripreso: “Io davvero non vedo niente di brutale, quindi, in tutto ciò che fa questo governo. Brutale? Perché mai? Non penso proprio”.

   La giornalista era perplessa. Ma poi lui ha aggiunto: “Non sono brutali proprio perché colpiscono persone che non hanno commesso niente; non sono brutali perché chi è colpito non ha colpe e quindi non meriterebbe nessuna punizione. Questi danno mazzate. Il che, in italiano, è diverso. Questi qui, usano la mazza. Colpiscono chi non ha colpa, chi è debole, chi è fragile, chi non può difendersi, chi non ce la fa più già di suo, chi ha molto poco o quasi nulla. Sono mazzate, creda a me. La brutalità è legata, invece, alla colpa. Questi colpiscono gli innocenti”. E poi ha iniziato a parlare con argomentazioni sensate della situazione attuale dei cittadini italiani. Ciò che mi ha colpito è stato il tono diverso. L’uso di argomentazioni colte mescolate all’autenticità della narrativa esistenziale, con una voce dolce, ammaliante, senza essere mai aggressivo, né tantomeno sgarbato. Semplicemente avvolgente.
E’ stato come sentirsi di nuovo a casa. Come aver ritrovato una coperta calda.
Quel ragazzo, credete a me, ha un grande futuro davanti a sé.
Si vede che conosce molto bene la comunicazione, altro che Gori.
Questo è il ricambio che ci vuole, questi sono i giovani che devono parlare.
Il ragazzo di Varese si chiama Dario Fo. All’anagrafe, mi dicono, ha 86 anni.
Ma io so che non è vero: è un trucco dei rettiliani, è un complotto pluto-giudaico-massonico per farci credere che è vecchio e quindi va, automaticamente, rottamato. E’ falso. Dario è un ragazzo italiano di Varese. E’ la voce di chi sa parlare con l’intelligenza del cuore e con la Cultura che non gli deriva da un suo Status, ma proviene da uno stato naturale della sua spiritualità esistenziale.
E’ il nuovo che avanza. Il ricambio ci sarebbe ma, purtroppo, non è fruibile.

Resoconto tratto dal blog di Sergio Di Cori Modigliani - a cura di E. B.

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.