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Il trasporto pubblico di Varese

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21 Marzo 2017

Per viaggiare sugli autobus delle 11 linee all’interno della città di Varese occorre un biglietto valido 90 minuti che costa 1 euro e 40, oppure un abbonamento mensile da 34 euro. Altre forme di abbonamento sono riservate a studenti o limitate alle giornate feriali.

Il biglietto è valido anche per la funicolare.

Con queste tariffe nei 362 giorni di servizio del 2016 sono stati trasportati sei milioni di passeggeri dei quali il 70% promuove la qualità del viaggio, il 61,2% ne apprezza la sicurezza ed il 59% trova le corse puntuali e regolari, solo il 45% ritiene inadeguata la pulizia dei mezzi.

Secondo un’indagine effettuata dal Consorzio Trasporti Pubblici Insubria, pubblicata in data 14 marzo, si prevede un aumento delle percentuali di gradimento nel 2017.

Non è prevedibile il numero di automobilisti che accetteranno l’offerta di un viaggio in bus a 10 centesimi lasciando la loro auto in 4 punti di interscambio alle porte della città, Masnago, Schiranna, Bizzozero e Belforte, ma è certo che non sarò l’unico ad abbandonare l’abbonamento mensile da 34 euro per accettare le demagogiche proposte dell’assessorato proponente.

Appena si accorgeranno del crollo di incassi dell’attuale gestore del trasporto urbano di Varese, inventeranno nuove tasse per coprirne il deficit di bilancio.

Non ci vuole una particolare intelligenza per prevedere il degrado di un parco automezzi sostenuto da incassi inesistenti e dall’aumento di comportamenti vandalici di passeggeri che non spendono nulla e forse potrebbero sfogare le loro ire su macchinette erogatrici del biglietto da 10 centesimi che non danno il resto.

Non avrà alcun senso mettere dei controllori per sanzionare utenti sprovvisti di biglietto da 10 centesimi che, adeguandosi agli attuali portoghesi, scendono dall’autobus e prendono quello successivo.

Distruggere un servizio di autobus cittadino per assecondare la pigrizia di coloro che non sanno rinunciare alla comoda disponibilità di un auto dimostra una resa incondizionata verso una categoria di cittadini con il risultato di creare disparità di trattamento nell’utilizzo di un servizio pubblico.

Sarebbe meglio rendere più comodo e frequente il mezzo pubblico modificando gli attuali orari per evitare autobus che transitano all’interno della città sullo stesso percorso accodati uno dietro l’altro e provocano lunghe attese tra una corsa e l’altra soprattutto durante le giornate festive.

Fra le proposte suggerite per invitare all’uso del mezzo pubblico si è consigliato di far transitare gli autobus O e G dalla fermata di corso Moro, punto nodale di interscambio del trasporto urbano, per raccogliere passeggeri che si recano rispettivamente all’ospedale e al cimitero di Giubiano.

Anche prolungare di qualche centinaio di metri il percorso degli autobus A e B fino alla strada provinciale del lago potrebbe invitare qualche automobilista all’uso di un mezzo pubblico più economico di qualsiasi tariffa di sosta.

Una semplice indagine sul numero di occupanti le auto che si dirigono verso il centro città accerterebbe la presenza del solo autista a bordo in oltre il 60% delle auto.

Nel bilancio preventivo del 2017 gli attuali amministratori prevedono il raddoppio degli introiti dal piano soste , ma non sanno considerare la perdita di introiti dell’attuale gestore del trasporto urbano e neppure la chiusura di attività derivanti dall’aumento delle tasse ai commercianti e dall’aumento delle tariffe di sosta in Varese.

Cordiali saluti.

De Maria Domenico

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