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In difesa del buon nome di Sesto Calende

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28 Gennaio 2012

 Caro direttore,

scrivo questa lettera in difesa del buon nome di Sesto, della sua cultura e del suo civismo. Ha ben più di 40 anni la storia della Biblioteca Comunale di Sesto Calende, la mia città.
“Biblioteca Comunale Popolare Divulgativa” è stato il suo nome quando fu istituita negli anni ’60 da amministratori intelligenti. Fu erede -ideale e di fatto- delle biblioteche dei circoli operai e dei partiti di sinistra che donarono le loro raccolte come tanti altri cittadini, poveri e ricchi, laici e cattolici.
Allora il libro era un simbolo di riscatto e leggere i libri era un punto di orgoglio in quell’Italia che si stava conquistando un posto alla pari in Europa.
“Il libro contro il litro” (la cultura riscatta dal degrado sociale), era un vecchio motto socialista, che il Sindaco Elso Varalli amava citare quando in Consiglio Comunale si discuteva di Biblioteca e si decidevano i finanziamenti per la sua attività, che in molti anni è molto cresciuta, occupandosi di tante altre cose oltre il libro: di cinema, teatro, mostre, concerti, conferenze, feste, giochi ecc.
La Biblioteca di Sesto divenne poi, come poche in Provincia, un punto di riferimento per tanti amanti del sapere, un esempio per molti Comuni nella programmazione delle attività culturali e divulgative.

Oggi leggiamo con immensa tristezza e avvilimento dell’attuale Sindaco che ha pensato (?) di impedire la lettura di un libro scomodo con la trovata, tanto meschina quanto stupida, di farlo sparire con un imbroglio dagli scaffali della biblioteca.

E’ questo il Sindaco che fin dall’insediamento –tanto per far capire la propria mentalità- si affrettò a sospendere i lavori in corso per una migliore sistemazione della biblioteca che rimasero fermi per mesi. Lo stesso che, interpellato in Consiglio sul perché la commissione non veniva convocata, disse di non sapere nemmeno cosa fosse.
Ora leggo che giustifica la sua ridicola censura dicendo che la bibliotecaria avrebbe acquistato un libro a lui sgradito (parla del suo partito) “senza sentire la commissione”.
Il poveretto non sa che in base alla legge regionale gli aggiornamenti librari competono al bibliotecario: che pena!
Non contento annuncia (come se la cosa dipendesse da lui) che quel libro sarà venduto alla sezione della Lega di Sesto (immagino per farne un piccolo rogo simbolico).

Che tristezza vedere la responsabilità amministrativa condotta con tanta arroganza e incompetenza. Tra i tanti messaggi ricevuti questa mattina un amico che vota a destra mi ha scritto: “solo un uomo ignorante ha paura di un libro”.

Ma il punto è che oggi l’ignoranza si fa prepotenza, il Sindaco rivendica sui giornali il suo piccolo imbroglio che consiste nel forzare il regolamento del prestito e pretende di lanciare come un’accusa il giudizio sulle idee politiche della bibliotecaria: “è di sinistra!”
Non so se sia vero che l’assessore alla cultura si sia prestata al gioco, buttando alle ortiche la propria dignità: si sa che spesso il Sindaco millanta cose non vere.
Ma ci sarà pure un giudice per tanta prepotenza, per difendere la dignità di una professionista stimata, competente, disponibile, accusata per le proprie idee.
Se non vuole leggere “L’idiota in politica” il Sindaco legga almeno la Costituzione.

Ce ne sarebbero di cose da commentare, come stanno facendo in tanti su Facebook e non solo lì, ma concludo. Scriveva Hamingway, citando John Donne, “per chi suona la campana”: vale la pena rifletterci un po’.

Saluti cordiali

Roberto Caielli – Sesto Calende

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