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Incidenti: non dimentichiamo le colpe delle amministrazioni

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24 Aprile 2007

Egregio direttore

Leggo l’editoriale di oggi e contesto vivamente cio’ che é scritto, in quanto sono d’accordo su quanto viene proposto solo in minima parte!

In pratica ci sono 4 punti: educazione, limitazione della potenza, maggiori controlli, le responsabilita’ economiche di un danno.
L’unico punto su cui sono d’accordo è il primo, ricordo che fin da quando ero giovane si parlava di educazione stradale nelle scuole, ora, all’alba dei miei 51 anni, se ne parla ancora… ma evidentemente qualcuno latita!

Limitare la potenza delle moto invece equivale a limitare le crescita tecnologica delle moto: se invece di 180cv ne avessi solo 100, avrei lo stesso la possibilita’ di andare a 200 km/h… e mi ammazzerei lo stesso; ma andando normalmente, con una moto progettata per andare anche
a 250km/h, sono sicuro di avere una maggiore sicurezza attiva e forse cavarmela meglio in caso di difficoltà.

Posso essere parzialmente d’accordo anche sui maggiori controlli, ma questo troppo spesso da noi si traduce in “aggiunta di autovelox”, che alla fine sono messi solo in modo da rimpinguare le casse asfittiche di qualche comune, mentre ci sarebbe bisogno di piu’ controlli da parte di pattuglie che siano “on the road”, cosa che vedo rarissimamente.

Non ritengo poi che il doversi pagare personalmente le cure in caso di incidente sia un gran deterrente, di fatto per qualche tipologia di cura é già (purtroppo) così; l’effetto invece sarà quello di fare creare alle compagnie assicuratrici delle polizze specifiche… e noi dovremo
pagare un ulteriore balzello.

In tutto questo non si parla invece delle responsabilità delle amministrazioni, che non fanno manutenzione sulle strade, lasciano dei guard rail che sembrano tagliole, mettono segnaletiche inutili e non segnalano i veri pericoli e, di fatto, quando fanno le strade pensano
(quando ci pensano) soltanto alle automobili e non alle motociclette.

Un esempio per tutti: si è diffusa nella nostra provincia (e a Varese in particolare) l’idea di dipingere le strisce pedonali su un bel manto rosso in modo da evidenziarle, é matematico che un motociclista che debba frenare sotto la pioggia su questi pavimenti di vernice finisca per terra… nessuno ci ha pensato?

Cordialmente

Sergio Gervasini

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