L’ipocrisia e la zattera della Medusa
6 Giugno 2011
Un barcone pieno di migranti libici si rovescia al largo della Tunisia e delle 800 persone stipate su di esso quasi 300 periscono travolte dai flutti del Mediterraneo: questa la terribile notizia. Uno scrittore fra i migliori che esprima l’esangue cultura del nostro paese, Claudio Magris, scrive in una prosa nitida ed elegante un articolo, che viene pubblicato dal “Corriere della Sera”, contro l’indifferenza con cui l’opinione pubblica è ormai abituata a (non) reagire a queste tragedie. Il presidente della Repubblica gli risponde per esprimergli il suo consenso e unisce la sua voce a quella dello scrittore nel denunciare la diffusa “inerzia morale”. Sinceramente, fatico a capire.
Ma Magris e Napolitano non si rendono conto che anche questa tragedia è una inevitabile conseguenza della guerra scatenata contro la Libia? Non si rendono conto che quindi va messa sul conto delle vittime civili che causa quotidianamente in quel martoriato paese l’intervento militare cui anche l’Italia partecipa, un intervento sostenuto “senza se e senza ma” dal governo e dallo stesso presidente? E Magris come fa a scrivere il suo pezzo ricamando retoricamente sull’indifferenza morale verso questi tragici eventi senza spendere una sola parola sul contesto geopolitico in cui vanno inseriti e di cui sono l’effetto? L’ipocrisia, che è quanto dire l’omaggio del vizio alla virtù, celebra i suoi trionfi, mentre la zattera della Medusa vaga sul Mediterraneo.
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