L’Italia dei Valori è aperta o chiusa?

12 Aprile 2007

Egregio direttore,
credo che tutti abbiano il diritto di partecipare alla discussione in corso su Varesenews sul futuro Partito democratico.
Penso, tuttavia, che sia scorretto da parte di chi rappresenta qualche partito o movimento non segnalare che la propria, inevitabilmente, è un’opinione di parte.
Mi riferisco, in particolare, all’intervento del signor Milani che, a quanto ne so, è il coordinatore cittadino dell’Italia dei valori.
Pur rispettando le sue opinioni, con molta franchezza, non mi pare che, oggi, il signor Milani sia nelle condizioni di dare lezioni di “apertura” a DS e DL.
Infatti, il signor Milani è certamente sorretto da una sincera passione politica, tuttavia non mi sorprenderei se, ad esempio, nella prossima campagna elettorale per le provinciali, il suo partito, invece di “aprirsi” a un progetto comune a tutto il centrosinistra, scegliesse di chiudersi nella propria specificità e particolarità, correndo egoisticamente da solo.
Spero di sbagliarmi, ma, purtroppo, io che ho qualche anno sulle spalle, nella sua lettera, ravviso alcuni inquietanti segnali che fanno intuire una volontà abbastanza determinata di procedere non nella direzione di “aprirsi” al confronto e alla mediazione con il resto del centrosinistra ma in quella di difendere il proprio piccolo orticello.
Se io avessi ragione, mi spiega il signor Milani come si concilierebbe il suo bel discorso sull'”apertura” con la sua eventuale chiusura nei confronti di una coalizione di cui l’Italia dei valori, a livello nazionale, fa parte?