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L’Italia e la guerra in Libia

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16 Aprile 2011

 Vi ricordate la guerra dell’Iraq senza la partecipazione di Francia, Russia e Germania che erano i Paesi che vantavano i più alti crediti verso Saddam sconfitto? Chirac, Putin e Shroder si incontrarono  per una riunione politica che era parsa da subito, il classico comitato dei creditori di fronte al fallimento di un debitore.Oggi il furbo Sarkozy si è vendicato, ha ricambiato il favore per prendersi, prima di tutti, il merito di aver aiutato gli insorti contro i massacri di civili.

Gli inglesi, altrettanto pronti a vendicare l’attentato all’aereo Pan AM 103 sopra Lockerbie, e interessati  a mettere le mani in Libia per scalzare gli interessi italiani, sono subito intervenuti per non lasciare ai "nemici" francesi il fatto di esser  primi nella classifica dell’interventismo.
Gli americani, soliti "sempliciotti" sono subito caduti nella trappola, mostrando i loro muscoli, sparando missili che ovunque nel mondo hanno fatto innumerevoli vittime civili (ma che in questo caso sono attratti magneticamente dai soli miliari libici), ma teniamo conto che nessuna agenzia parla di morti civili. Oggi però c’è la notizia che gli americani si tirano indietro passando ad altri il comando che nessuno gli ha formalmente dato, questo perché si sono accorti che non sanno come gestire il “dopo” come già sperimentato in tutte le aree del mondo dove sono intervenuti.

Il nostro Paese invece? Gli italiani si sono dimostrati pronti a tradire chi nel bene o nel male aveva intrecciato con noi un rapporto di reciproca fiducia (addirittura amicizia, come ha proclamato il
Presidente del Consiglio sei mesi orsono) e abbiamo la tendenza di seguire il più forte. Non serviva appoggiare l’intervento, ci si poteva allineare con la Germania e la Russia mantenendo il distacco da
queste azioni inconsulte, proponendo e mediando iniziative politiche proprio utilizzando quel rapporto preferenziale che avevamo acquisito con l’alleato Gheddafi.

Ora con il conflitto libico in corso, limitiamoci a sobbarcarci i disgraziati che sbarcano a Lampedusa in cerca di un pò di fortuna. Ma forse qualcosa si poteva fare per evitare la tragedia umanitaria.

Cordialmente.

Devis Tonetto

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