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La crisi ha rotto… la pace

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22 Novembre 2012

Egregio direttore,
vorrei starmene zitto e andare a fare un giretto ai giardinetti, ma anche lì poi ti trovi l’amico dal gozzo gonfio d’ira che sbotta, facendo massa sulle mie povere orecchie, questa crisi che a mio modesto parere non può essere ridotta a solo finanziaria, ha buttato in aria ire, idee spacciate per nuove già ultracentenarie, ha rotto la pace, la tranquillità che tale era rimasta fino a poco fa, pare che tutti invochino una soluzione, forse sotto sotto anche chi ora ne avrebbe il potere, di fatto non si guarda lontano, al futuro, pareva la soglia del 2000 un epoca da fantascenza, invece siamo quà a discutere di produrre le solite automobilette, parrebbe per bimbi adulti, a buon mercato aumentando i giri della catena di montaggio, alimentando la catena che ne segue, ultima covergenza, nelle casse dei petrolieri, soluzione esigua quanto dannosa, la Torre di Babale ,il pianeta è già surriscaldato ,cicloni innondazioni, frane, sono all’ordine del giorno, forse la crisi alberga nei cuori delle persone coscenti che nel loro piccolo vorrebbero consumare MENO con il più GIUSTO, l’energia fino a quando bastava quella diciamo idrica, si conviveva con la natura, è stato il bum del dopo ,la termica, la nucleare, la bomba atomica ,forse sarebbero le nuove energie pulite che vogliono le genti, un nuvo modo di concepire le abitazioni, e di come si debba strutturare una nuova città, un nuovo cittadino, certamente non nel scoppiazzare gratacieli alla cinese…essi non saranno il futuro ma il passato, la soluzione come la vedo io la definirei <il paradigma scientifico>, partendo dalla composizione dei governi e della politica in genere, gli uomini di PROVATA SCIENZA debbono entrare in politica eletti dal popolo per il popolo in numeri maggiori dei politicanti professionisti, per ottenere governi realmente rispecchianti i tempi che verranno, assolutamente si, pesantemente sopra gli incongruenti trafficanti di denari che non producono assolutamente nulla di buono da troppi anni a questa parte.

G.P.

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