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La dittatura dell’ignoranza in un periodo di crisi economica

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31 Agosto 2011

 La bestiale politica economico-finanziaria di Berlusconi, Tremonti e Bossi, fondata sui tagli alla spesa pubblica, sulla liquidazione dello Statuto dei diritti dei lavoratori e dei contratti collettivi di lavoro, sul blocco degli stipendi dei lavoratori del settore pubblico e, ora, anche sulla cancellazione del riscatto della laurea e del servizio militare, si inscrive scientemente e deliberatamente nel progetto scellerato definibile come “dittatura dell’ignoranza”. In questo senso, è da consigliare vivamente a chiunque intenda opporsi allo “stato di cose presente” la lettura del pamphlet scritto dal poeta milanese Giancarlo Majorino e intitolato «La dittatura dell’ignoranza – Il regime invisibile» (2010), in cui l’autore analizza e condanna l’ignoranza costituita in regime, svolgendo importanti considerazioni filosofiche e letterarie sulla differenza di potere tra chi sa di più e chi sa di meno e indicando strumenti e obiettivi per la ribellione a «un regime che si sostiene sul vuoto – individuale e collettivo – di conoscenza, giustizia, libertà, felicità».
 
   Trascrivo, per dare un’idea della disàmina contenuta in tale testo, ciò che Majorino intende quando afferma che le nostre vite si stanno trasformando in “vitette”: «Il regime della Dittatura dell’ignoranza, parzialmente arredato da democrazia, ci sta piegando in una sudditanza diffusa, inalata continuamente e composta da: comunicazioni di massa, sfrenato bombardamento pubblicitario, istituzione permanente della spettacolarità, progressiva sostituzione del linguaggio con le immagini, sottovalutazione del pensare e del ragionare, dipendenza da stereotipi, scollamento dalle ricerche della cultura e dell’arte, dominio del denaro e del potere, netta e mascherata divisione tra chi ha, e quindi è, e chi non ha, e quindi non è. Tutto questo e il conseguente slogan “credere, obbedire, comprare”, trasforma ogni giorno la nostra vita in “vitetta”».
 
   Naturalmente, prosegue l’autore, ci si può chiedere se una simile trasformazione sia un caso tipicamente italiano. Trascrivo un altro passo dal testo in parola: «Diciamo che l’Italia è un campione effervescente di questa scellerata trasformazione…E il dittatore chi è? Del dittatore potremmo liberarci offrendogli un posto da piazzista, così lo faremmo felice. Il problema, però, è più ampio e comprende “le fortezze nascoste” e i loro linguaggi gergali, i “poterini” dei padroncini e dei cosiddetti esperti, e persino l’opposizione. Dire “no” al “si”, come fa l’opposizione, è troppo poco. E poi, quel “no” è, comunque, una sudditanza del “sì”. Bisogna andare oltre, mettere in pratica quello che ho definito lo “spostamento”, sorprendere con la forza dell’estromissione…La gente non ne può più perché ha abbandonato la ricerca della felicità intensa e si adegua al negativo: è un modo di vivere triste». Riporto infine, essendo non meno belli che veri e potendo essere assunti come la cifra simbolica riassuntiva del clima psicologico e culturale creato dalla “dittatura dell’ignoranza”, i versi con cui Majorino ha scelto di terminare il suo pamphlet: “Non è che manchino affetti / manca il sapere / girano come ciechi”».
 
   Ci troviamo, dunque, se guardiamo al clima ideologico e culturale che domina la società italiana, così come lo descrive Majorino, in una situazione che, se si tiene conto dell’azione di quel formidabile acceleratore dell’involuzione delle condizioni materiali di vita che è la crisi economica, non solo confina con il fascismo, ma va oltre di esso. Non è perciò difficile prevedere che, quando questa situazione sarà stata spinta sino all’estremo della tollerabilità, diventando per ciò stesso intollerabile, il tappo della bottiglia dovrà saltare. Quando avverrà? Ritengo che si possa rispondere che avverrà quando l’acquiescenza, l’apatia e la passività sociale cederanno il passo ad una presa di coscienza generale circa il degrado politico, lo svuotamento della democrazia e la miseria culturale conseguenti alla “dittatura dell’ignoranza”. Soltanto a questa condizione potrà prendere corpo e forma un moto di rivolta civile contro gli interessi, gli inganni e i disvalori per proteggere e perpetuare i quali è stato costruito quel “mostro mite” (in apparenza mite, ma in realtà feroce) che è la “dittatura dell’ignoranza”, per proteggere e perpetuare i quali le nostre vite vengono degradate a “vitette” in nome della intangibilità del profitto, della rendita e del parassitismo.
Orbilius

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