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La pace sociale è finita

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1 Novembre 2012

Egregio direttore,

   la possente manifestazione nazionale del 27 ottobre contro il governo Monti e lo sciopero generale europeo del 14 novembre prossimo confermano che le mobilitazioni dei lavoratori e dei popoli a livello internazionale non si fermano. A mano a mano che le politiche di austerità e le leggi antioperaie ed antipopolari dei governi borghesi vengono applicate, anche le lotte e le rivendicazioni sociali crescono. I capitalisti, i loro governi e i partiti che li sostengono, incapaci di risolvere le contraddizioni strutturali di un sistema putrido, proseguono nella loro offensiva reazionaria. Benché i tempi siano duri, i lavoratori scioperano, manifestano, resistono e contrattaccano. Accade così che le diverse classi sociali assumano posizioni sempre più decise, difendendo i propri interessi. L’acutizzazione della crisi del capitalismo sta determinando in molti paesi, compreso il nostro, un aumento della temperatura sociale. Si tratta di una situazione nuova per molti lavoratori che si erano abituati a beneficiare del cosiddetto “welfare state”. Dal canto loro, la borghesia, le grandi banche e le imprese, che non ottengono più gli stessi profitti e devono vedersela con una concorrenza internazionale più agguerrita, non solo licenziano e riducono i salari, ma attaccano e demoliscono una dopo l’altra le conquiste e le libertà dei lavoratori.
   È finito, insomma, un lungo periodo caratterizzato da una sostanziale pace sociale e dalle illusioni riformiste, europeiste ecc. ecc. Sono in corso  significativi spostamenti di classe ed emergono nuove istanze di cambiamenti radicali. In questa situazione rimanere sotto l’ombrello dei corrotti partiti socialdemocratici e in genere dei partiti ‘liquidi’ di “sinistra” significherebbe consegnarsi alla dispersione e alla disperazione. Spetta, invece, al proletariato e alle sue avanguardie il compito di sviluppare la lotta politica con un proprio partito indipendente, che dovrà realizzare la fusione del socialismo scientifico con i settori più avanzati del movimento operaio. Tale compito va sviluppato nella lotta quotidiana. Ad ogni passo verso l’unità di azione della classe operaia e delle masse popolari deve corrispondere un passo nella formazione del partito. Per avanzare in questo processo l’unità dei comunisti è perciò un fattore fondamentale.

Spartacus

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