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La scatola nera deve essere fatta di materia grigia

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24 Aprile 2007

Gentile Direttore,
non ho mai guidato un camion, ma sono automobilista, motociclista, ciclista, pedone. E ogni volta che mi muovo sulle strade con quattro o con due ruote o con le mie gambe so che devo fare attenzione perché forse gli altri sono distratti e non si preoccupano di quanto accade loro intorno . C’è gente che ti manda a quel paese quando gli suoni nonostante abbia saltato lo stop, ci sono pedoni che attraversano la strada all’improvviso lontano dalle strisce; ti hanno visto benissimo ma probabilmente pensano che tanto frenerai. C’è gente che ti si appiccica alla targa della moto senza considerare che per rientrare dalla corsia di sorpasso hai bisogno di 15 secondi e se ti toccano sei morto. Ci sono i repressi che usano i mezzi che hanno per sfogare le loro frustrazioni, ci sono i distratti che magari pensano che muoversi in mezzo agli altri non comporti avere alcuna attenzione. Ma mi capita anche di vedere alcuni che non lo sono, e rallentano quando mi vedono scendere dal marciapiede verso le strisce zebrate.
Se ci rintaniamo nelle categorie camion-auto-moto-bici-pedoni, siamo finiti. Non se ne esce più. La scatola nera in realtà dovrebbe essere quella sostanza grigia che ci teniamo dentro la testa e deve ragionare anche in funzione degli altri. Ora come è possibile fare questo? Parlandone. Dibattendo. Smuovendo le coscienze. Se all’estero con le stragi va meglio che qui è proprio per questo motivo, l’educazione stradale (meglio sarebbe definirla educazione civile ) merita rispetto e tempo, e personale qualificato. Premesso che anche alcune strade andrebbero revisionate, far seguire alla revisione del veicolo magari pure la revisione del guidatore, forse non sarebbe male. Anche se una coscienza non si può mica revisionare. Certo, per educare la gente ci vuole tempo ma poi (se si sopravvive) si vive di rendita. O no?

La ringrazio per aver sollevato la questione.
E complimenti, come sempre.

Marcello Castellano

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