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La scutellaria palustre

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30 Agosto 2016

Il giorno 24 mi reco al laghetto di Brinzio a verificare la vegetazione, passato l’Intrino senza utilizzare il ponticello in ferro, poiché l’acqua scorre ma per una larghezza che non arriva a 50 cm, si prende il sentiero sulla destra e si arriva al laghetto, ma appena mi sono incamminato incontro una macchia di Rovo bluastro (Rubus caesius) (1,2) con frutto in maturazione ma anche con fiore, trattasi di una mora meno nota della comune solo perché l’habitat di crescita è più limitato. Arrivato sulla riva del laghetto vedo delle piantine di Salcerella (Lytrum salicaria) (3) litracea che fa bella mostra di sé, il colore viola la fa risaltare particolarmente, viene in vicinanza di ambienti particolarmente umidi e fino a qualche anno fa molto richiesta dalla farmaceutica ma anche oggi utilizzata come dice il D. Gabriele Peroni nel suo Prontuario pratico di Fitoterapia e Terapie naturali per curare le iperglicemie come pure le dissenterie diarroiche, accanto alla salcerella noto un’ampia fioritura di Scutellaria palustre (Scutellaria galericulata) (4) lamiacea caratterizzata dai bellissimi fiori colorati di un azzurro intenso , è considerata una pianta officinale poiché viene utilizzata nelle cure dei disturbi nervosi, è comunque pianta rara nella nostra zona perché viene indicata con un areale di sviluppo fino ai 250 m s.l.m. in questo posto è possibile ammirarla con fiori da luglio a settembre; le foto, anche con ingrandimenti non mettono in evidenzia caratteristica dello stelo a forma quadrangolare con all’interno una cavità assolutamente cilindrica; poco più sulla terraferma vi è il Poligono minore (Polygonum minus) (5), una poligonacea comune, diffusa in tutto il territorio della provincia particolarmente  nelle zone umide, non ho trovato tracce di utilizzo in cucina ed in farmacopea mentre sono indicate in Wilkipedia; prima di allontanarmi dalla riva un’occhiata veloce ai cariceti dove scorgo un’altra lamiacea nota e precisamente si tratta di Erba sega comune(Lycopus europeus) (6) il cui nome deriva dalla profondità della dentellatura delle foglie. Mi allontano un poco dalla parte centrale della riva portandomi dalla parte nord dove s vedono in lontananza le ninfee, non raggiungibili senza barca o zattera di cui non ho disponibilità in compenso trovo vicino alcune piantine di Canapetta pubescente (Galeopsis pubescens) (7) che come spesso capita ai fiori della tarda estate ha i petali cosparsi di una peluria; ancora la Cannuccia di palude (Phragmites australis) (8) è appena sbocciata e le sue infiorescenze sono con un velo di rosso che perderanno a maturità, questa pianta  è comune in vicinanza dell’acqua sia essa dolce sia salata, l’infiorescenza sulla cima che vediamo attualmente eretta si inclinerà al crescere del peso dei semi. A questo punto decido di tornare verso la cava anche se è stato tagliato il prato ma è rimasta tanta Saponaria comune (Saponaria officinalis) (9) questa cariofillacea che dl mese di luglio fino ad ottobre fiorisce ai bordi delle strade e dei coltivati, malgrado l’ampio utilizzo indicato dalla fitoterapia nella cura di malattie comuni non risulta ridursi la propagazione; approfitto per fotografare un Fiordaliso stoppione (Centaurea jacea) (10) salvato dalla fienagione perché ai limiti del prato.

Il giorno 26 decido di fare 4 passi in località Pizzelle fra il Sacro Monte e il gruppo del Campo dei Fiori, l’idea originaria è stata per riuscire a fotografare qualche carlina che, appena spuntato nel cosi detto pratone vedo in posizione molto più in alto rispetto al sentiero in compenso vedo dei begli Astri di Virgilio (Aster amellus) (11) questa bellissima asteracea più conosciuta nelle forme coltivate col termine di settembrini, dopo averli fotografati, decido di salire fino al limitare del bosco ma mi fermo ad ammirare una farfalla comunemente chiamata Macaone (Papilio machaon) (12) che mi ha aspettato malgrado l’entusiasmo per una foto così facile mi avesse fatto dimenticare i problemi di sicurezza in un pendio ripido, con l’erba ancora umida di rugiada e di conseguenza sono scivolato un paio di volte; malgrado qualche piccola disavventura ho raggiunto la cima e ti vedo un bellissimo ramo di Biancospino comune (Crataegus monogyna) (13) ricco di frutti ,non maturi ma già rossi, ricordo rami così carichi solo sul M. Lema ma la stagione era, presumibilmente, più autunnale perché i rami erano completamente spogli di foglie; ma è ora di cercare la carlina, ne vedo bei cespugli ma, il primo, il secondo e il terzo cespuglio li trascuro perché è abbastanza aperto il fiore centrale ma, sono ancora chiusi i laterali, il quarto cespuglio è tropo in ombra finalmente vedo una pianta isolata con fiore aperto e mi dico che quella è la Carlina bianca (Carlina acaule sub. Caulescens) (13), erroneamente ho dato a questo fotogramma il numero della precedente; decido di tornare dal sentiero alto così incontro un bel ciuffo di Garofanino di Seguiér (Dianthus segueiri) (14). Completo la discesa dal sentiero esterno accorgendomi, quando già stavo per uscire nel parcheggio della spettacolare fioritura della Assenzio selvatico (Artemisia vulgare) (15). Alla fine scendo in strada e mi appresto a salire in auto quando vengo attratto dal movimento delle farfalle attorno ad una selva di piante di Buddleia (Buddleja davidii) (16), sull’infiorescenza della Buddleia che, non casualmente è chiamata albero delle farfalle al momento è posata una Tabacco di Spagna (Argynnis paphia) devo dire che mi ha meravigliato la presenza di Buddleie bianche cosa insolita se le buddleie si sono diffuse in modo spontaneo.; con meraviglia noto una presenza di Luppolo comune (Humulus lupulus) (17) non sporadica ma un corpo così numeroso che ricorda il ritrovamento di questa pianta nei pressi dell’Abbazia di Bedero V.T.

Teresio Colombo

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