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L’accoglienza è reciprocità

coordinamento migranti varese
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23 Settembre 2017

Storie di buona accoglienza e di integrazione dei richiedenti asilo nel territorio di Varese “Accogliere” è un verbo reciproco; viene dal latino ad cogliere: raccogliere presso di sé. L’accoglienza, infatti, si realizza nella relazione, nell’apertura all’Altro, nel lasciar entrare l’altro nella nostra vita; per questo ci coinvolge, ci interpella in prima persona, ci interroga come esseri umani.

Questo vale ancora di più in un periodo in cui le nostre città si trovano ad ospitare uomini e donne in fuga da conflitti, persecuzioni, povertà, violenze. Siamo quotidianamente a contatto l’Altro, e l’Altro quotidianamente bussa alle nostre porte, ci chiede di aprirci, di fargli un po’ di posto, di permettergli di avvicinarsi con la sua storia, la sua cultura, la sua preziosa diversità.

Eppure, negli ultimi mesi i media e i social network sono stati riempiti da commenti razzisti e articoli discriminatori, e di migranti e accoglienza si parla quasi sempre in toni negativi, attuando una narrazione di tipo “emergenziale” che sembra avere l’obiettivo di provocare rifiuto e disgusto, più che di fare informazione.

Spesso i migranti non hanno voce, non possono esprimersi, e le loro esperienze positive di integrazione nel nostro Paese vengono passate sotto silenzio. Questo, però, rappresenta una grande perdita in termini di arricchimento per il nostro Paese, perché di esperienze positive di accoglienza e di integrazione, in realtà, ce ne sono, e parecchie! Questo vale anche per il territorio di Varese, in cui sono moltissimi gli esempi di buona accoglienza, realizzati grazie al lavoro dei vari Centri di Accoglienza in cui i richiedenti asilo vengono ospitati e alla collaborazione dei richiedenti stessi, che si mostrano desiderosi di integrarsi e di realizzare percorsi di vita positivi in Italia.

A testimonianza di questo clima positivo diffuso sul nostro territorio, il 20 giugno 2017 presso il Teatro
Santuccio di Varese si è celebrata la Giornata Mondiale del Rifugiato con un evento che ha coinvolto le
ACLI, il Coordinamento Migrante e alcuni Centri di Accoglienza del territorio. Purtroppo poco si è parlato
dei momenti belli che hanno caratterizzato questa giornata: dapprima alcuni richiedenti asilo si sono recati
dalle istituzioni della città per consegnare un piccolo omaggio a ringraziamento dell’accoglienza ricevuta.

La giornata è poi proseguita al Teatro Santuccio con una tavola rotonda, “L’accoglienza che fa bene”, a cui hanno partecipato l’Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Varese Roberto Molinari, il Sindaco di Comerio Silvio Aimetti – che è anche rappresentante della Rete Civica dei Sindaci per l’Accoglienza, il rappresentante delle ACLI Antonio Russo, la responsabile dell’area immigrazione per la Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione Tiziana Bianchini e Max Laudadio. Il messaggio centrale emerso da questo momento di confronto è la necessitàdi ribadire in modo sempre più convinto la normalità dell’accoglienza, che è da considerare innanzitutto un valore: bisogna promuovere l’idea che l’accoglienza genera accoglienza e che i muri finiscono per distruggere, se non si hanno l’umiltà e il coraggio di superarli. Tutti i partecipanti all’incontro hanno inoltre sottolineato come siamo noi, è il nostro territorio ad aver bisogno dei migranti, ora e nel futuro, se vogliamo che il futuro sia più ricco di esperienze e di diversità. La serata si è poi piacevolmente conclusa con l’esibizione del coro gospel Greensleves Choir – di cui fanno parte alcuni richiedenti asilo ospiti a Varese – e con i ritmi vivaci e le percussioni afro della Band Vela, il tutto accompagnato da un aperitivo multietnico con cibi preparati dagli stessi richiedenti asilo.

Il successo di questa giornata ha poi suscitato nel Coordinamento Migrante e nel Tavolo dei CAS – in cui diversi Centri di Accoglienza si riuniscono periodicamente per confrontarsi e condividere buone prassi – il desiderio di far conoscere alla popolazione le esperienze positive che i richiedenti asilo stanno vivendo e di dare una testimonianza diversa, con occhi narrativi positivi, dell’accoglienza che viene realizzata nel territorio di Varese.

Innanzitutto, un dato importante comune a tutti i Centri di Accoglienza è il buon numero di richiedenti che si ritrovano impegnati in percorsi lavorativi o in tirocini, a testimonianza della loro volontà di costruire il proprio futuro sul nostro territorio. Inoltre, in tutti i centri è previsto lo svolgimento di attività di volontariato, in collaborazione sia con le diverse amministrazioni comunali che con associazioni del terzo settore, come forma di restituzione dell’accoglienza che il nostro territorio sta donando ai richiedenti.

Ogni Centro di Accoglienza, inoltre, cerca di offrire ai richiedenti accolti la possibilità di realizzare percorsi il più possibile individualizzati e di senso, nel rispetto dei diritti e con l’obiettivo di una reale inclusione sociale, tramite una serie di iniziative e attività che ogni centro propone.

Per la Cooperativa Lotta contro l’Emarginazione, ad esempio, è essenziale aiutare i migranti a ricostruirsi dopo l’esperienza migratoria tramite corsi di formazione, esperienze di volontariato e percorsi a sostegno dell’inserimento lavorativo. Molti ragazzi sono impegnati in tirocini, mentre altri hanno ottenuto contratti di lavoro. La maggior parte dei richiedenti, inoltre, svolge attività di volontariato, che vengono pensate in continuità con le esperienze passate e le capacità dei ragazzi. Per esempio, due dei richiedenti della cooperativa hanno attivato e gestito un corso di inglese per gli anziani ospitati al Centro Diurno di via Maspero, mentre una delle ospiti ha collaborato come animatrice con il campo estivo per bambini gestito da Pingu’s English. A partire da maggio, inoltre, diversi gruppi di richiedenti hanno partecipato al progetto ESPAR – European Skills Passport for Refugees, un percorso di bilancio delle competenze e di orientamento lavorativo realizzato dall’Università Cattolica di Milano e dal FAMI (Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione).

I richiedenti ospitati dalla Cooperativa Intrecci sono impegnati presso il laboratorio “Il Dono”, legato al Bando di Solidarietà Alimentare “Nonsolopane Onlus”, nato per trasformare le cospicue donazioni di frutta e verdura, di facile deperibilità, in confetture che vengono poi inserite come dono nei pacchi alimentari che l’associazione distribuisce alle famiglie bisognose. Ed ecco che i migranti – tutti in possesso di certificazione HACCP – si sono ritrovati a partecipare con grande entusiasmo all’iniziativa, portando avanti la loro attività di volontariato al fianco di volontari italiani e dando con assiduità il proprio contributo alle varie fasi della lavorazione dei prodotti.

Le attività in cui sono impegnati i ragazzi ospitati al Centro Vela – gestito dalla Fondazione Progetto Arca – sono invece caratterizzate dalla creatività. Innanzitutto, al Centro è stato realizzato un laboratorio di percussioni, che ha dato vita alla Vela Band; il gruppo ha scritto alcune canzoni, una delle quali – “Centro Vela”, dedicata proprio al Centro che sta accogliendo i ragazzi – è stata incisa ed uscirà a breve. I ragazzi della Vela Band, inoltre, nei mesi estivi hanno tenuto corsi di percussione ai bambini e agli adolescenti dell’oratorio di Masnago, rendendo la musica un vero elemento di unione e integrazione. Al Centro è poi attivo un laboratorio di sartoria, che ha attivato una collaborazione con il magazzino interno di Progetto Arca: i richiedenti, mettendo a disposizione le proprie competenze e abilità, sistemano i vestiti che vengono donati alla fondazione, rendendoli utilizzabili per tutte le persone che ne hanno bisogno.

Al centro di accoglienza di Farsi Prossimo sito a Taino, che ospita donne singole e mamme con i loro bambini, l’obiettivo è quello di valorizzare e costruire competenze che possano essere utili nel futuro alle migranti accolte. Dall’autunno 2016 è stato quindi attivato un laboratorio per il laovro a maglia e all’uncinetto, in cui le ragazze imparano queste tecniche e realizzano prodotti. Frutto di questo laboratorio è stata inoltre la coperta realizzata con lo stile patcwork che le ragazze del centro hanno donato al sindaco di Taino in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, in segno di ringraziamento per l’ospitalità e l’accoglienza ricevute.

La Cooperativa Agrisol, invece, ha attivato un buon numero di tirocini per i ragazzi accolti, molti dei quali hanno poi portato alla realizzazione di percorsi lavorativi di successo. Emblematico è il caso di un ragazzo che, grazie alla collaborazione con la pubblica amministrazione del Comune di Maccagno, ha dapprima svolto un tirocinio occupandosi dell’accompagnamento dei bambini a scuola, e ora sta collaborando tramite un volontariato civico come bidello presso la scuola primaria del paese. L’obiettivo di fondo per la cooperativa è quello di aiutare i migranti accolti a costruire percorsi che diano senso alla loro permanenza qui, al di là dell’ottenimento o meno dei documenti.

Insomma, se parliamo di accoglienza le buone notizie sono tante! Un’occasione per conoscere queste realtà e per fare un assaggio di tutto il mondo che abbiamo la fortuna di ospitare a Varese è rappresentata dall’evento che si terrà domenica 24 settembre dalle ore 10 alle ore 18 proprio nel centro della nostra città, “Le Piazze del Mondo”, realizzato dal Coordinamento Migrante in collaborazione con l’amministrazione comunale. L’evento, che quest’anno è intitolato “Ho visto il futuro”, sarà ricco di danze, musiche, testimonianze: ci saranno stand delle associazioni migranti del territorio, testimonianze dei centri di accoglienza, performance artistiche realizzate dai richiedenti asilo e molto altro ancora.

“Ho visto il futuro”: un futuro che accoglie, che non ha muri, che parla molte lingue, che ha molti colori, che ha in sè la ricchezza generata dalle differenze. Qui, nella nostra città. Vuoi farne parte anche tu?

Filippo Cardaci e Camilla Airoldi

Per il Coordinamento Migrante Varese

Commenti

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  1. Gianfredo Ruggiero
    Scritto da Gianfredo Ruggiero

    Se la stessa attenzione fosse rivolta ai nostri disoccupati ed emarginati non ci sarebbero quei sentimenti di xenofobia che stanno purtroppo affiorando.
    Gianfredo Ruggiero, Circolo Excalibur

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