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Le polemiche su Piazza Farnese

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29 Gennaio 2009

Caro direttore,

Come per “piazza Navona”, le polemiche che seguono “piazza Farnese” oscurano i veri problemi che si voleva evidenziare. Al solito si estrapola un passaggio del discorso offuscando il discorso stesso, pertanto ritengo utile dare un mio contributo che possa portare una versione dei fatti vista da una prospettiva diversa.
In nome della Democrazia e della Legalità ieri si voleva ricordare che nel nostro Paese ci sono persone che hanno dato la vita per impedire che si potesse spianare la strada ad un regime di stampo “piduista”. C’è chi vorrebbe farlo dimenticare ma, sino a quando ci saremo noi dell’Italia dei Valori, questo non lo permetteremo.
Il secondo punto per cui siamo scesi in piazza era l’espressa denuncia di non poter accettare passivamente chi vuole costruirsi, tramite i vari “lodo”, una Stato di diritto a sua misura. I vari “lodo” stanno diventando uno strumento per mettersi al riparo da eventuali inchieste che potrebbero portare alla luce reati che, per alcuni, è meglio non renderli perseguibili. Siccome rispettiamo la Costituzione vigente riteniamo nostro dovere ribellarci.
Il terzo punto riguardava l’informazione che oggi non la si può definire libera e indipendente in quanto, solo osservando quanto accade per la Commissione di Vigilanza della RAI, c i si rende conto che un controllore scomodo come Italia dei Valori, in questo contesto, non troverà mai uno spazio. E’ risaputo e palese che noi vogliamo professionisti dell’informazione a formare il Consiglio di Amministrazione e pretendiamo che sappiano svolgere il loro dovere di controllori nei confronti dei partiti e del loro operato. Alla luce dei fatti, in modo trasversale, questa soluzione fa venire l’orticaria a molti politici.
L’appello al Presidente della Repubblica era motivato dal fatto che fosse necessario richiamarne l’attenzione verso coloro che sono delusi del suo operato in quanto hanno difficoltà a comprenderlo; chi ha messo il manifesto “Napolitano dorme, l’Italia insorge” doveva essere smentito dai fatti e non dalla censura altrimenti si dà spazio ai faziosi che ci vogliono portare a confronti incivili e irragionevoli. Chi ritiene che certi temi non debbano essere affrontati per “rispetto delle Istituzioni” forse non ha capito che le Istituzioni sono al servizio dei cittadini e pertanto è ai cittadini che debbono rispondere del loro operato. Noi rifiutiamo il silenzio in quanto non vogliamo essere complici di coloro che si ritengono al di sopra dei cittadini.
Se la piazza diventerà l’unico luogo per espletare la vera Democrazia noi siamo pronti a farla diventare la voce che si ribella alle ingiustizie e ai privilegi rispondendo, colpo su colpo, con l’unico strumento democratico rimasto in mano ai cittadini: il referendum.

Alessandro Milani, Coordinatore Provinciale "Di Pietro Italia dei Valori"

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