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L’Europa al bivio di fronte al terrorismo

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L\'Europa al bivio di fronte al terrorismo
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24 Marzo 2016

Egregio Direttore,
Già dopo gli attentati di Parigi mi ero stancato della solita retorica del caso, fatta di frasi e/o slogan ad effetto, fiaccolate, manifestazioni, striscioni, luminarie e disegnini propagandistici, ecc..
A maggior ragione, dopo quanto accaduto a Bruxelles, ho prestato attenzione in primis alle parole del premier Renzi, il quale ha dichiarato a caldo che “non è il tempo ne degli sciacalli e nemmeno delle colombe”, e che “una soluzione del problema è investire nel recupero delle periferie urbane e nella cultura/educazione”.
Ma parliamoci chiaro, l’Europa sta purtroppo raccogliendo i frutti amari di politiche sia interne che internazionali (o forse meglio dire “non politiche”) completamente sbagliate, che sono iniziate almeno da 25 anni, cioè dalla fine della guerra fredda .
Infatti sarebbe giusto dire che non è più ormai il tempo di una classe politica europea, e sottolineo europea, completamente inadeguata, in quanto costituita in buona parte da meri portavoce ed esecutori dei desiderata americani, sostanzialmente lontana dalla realtà della vita quotidiana della propria gente, superficiale e capace solo fare “marketing” quando serve (vedi elezioni).
In primis continuiamo infatti ad andare a braccetto con quelle che sono ormai riconosciute come le centrali ideologiche e finanziarie dell’islamismo radicale, cioè le monarchie assolute integraliste sunnite petrolifere del golfo, oltre al Pakistan ed alla Turchia del dittatore Erdogan (come chiamare in effetti uno che manda anche le forze dell’ordine a mettere il bavaglio ai media non allineati?). In secondo luogo come non parlare di tutte le politiche interventiste fallimentari degli ultimi vent’anni almeno, promosse dagli Stati Uniti a loro uso e consumo. Solo infatti per rimanere in Europa si è intervenuti per creare lo stato fantoccio islamico del kosovo, nonché per mantenere in vita l’entità artificiale della Bosnia ed Erzegovina, unicamente allo scopo di compiacere i musulmani locali (che poi sono sempre Serbi e Croati convertiti per convenienza all’epoca della dominazione turca). E proprio in quei territori oggi risulterebbero importanti centri logistici e di reclutamento dei cosidetti “foreign fighters” della galassia islamista.
Per continuare sull’argomento, come non citare poi l’intervento in Afghanistan contro i talebani, che in ormai quasi quindici anni non ha portato certo a grandi soluzioni, sia in termini di sviluppo socio/economico che di stabilità politica (forse erano più seri i regimi filo sovietici di Karmal e Najibullah…), malgrado i sacrifici economici e soprattutto umani richiesti. E riguardo l’invasione dell’Iraq, della quale proprio in questi giorni cade il tredicesimo anniversario, basata sul falso delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, cosa rimane oggi se non fame, lutti, rovine ed in ultimo l’isis. Stesso risultato drammatico ha prodotto l’intervento in Libia e l’assassinio di Gheddafi, cioè caos più isis, nonché cinque anni di guerra in Siria per rovesciare Assad, cioè centinaia di migliaia di morti e profughi più sempre l’isis. Per non parlare in ultimo delle finte primavere arabe…
Infine vi è la questione relativa alle politiche interne, dal momento che stiamo subendo un’invasione camuffata da immigrazione, dove accanto ai migranti in buona fede, orde di genti vengono però per calpestare barbaramente ed impunemente le nostre leggi, i nostri costumi e le nostre tradizioni, a prescindere dalla questione islamica in sé. Non solo infatti tutti i bene informati sanno da almeno due decenni che il quartiere di Molembeek, esattamente come le banlieue francesi e svariate altre zone urbane nel civile Regno Unito e nella progredita Svezia, è ormai una sorta di “terra di nessuno” o “Bronx”, abbandonato completamente a se stesso ed a prove generali di sharia, ma basta vedere anche ciò che solo nelle ultime ore è accaduto nel nostro Paese. Per esempio il poveraccio che, all’ottavo furto in casa, ha sparato ad un ladro straniero uccidendolo (e sicuramente avrà non pochi conseguenti problemi), o quella povera ragazza qui in Lombardia alla quale un altro straniero, peraltro già espulso, ha spaccato la testa per rapina su un treno. Figurarsi quindi se dei terroristi organizzati e determinati non possono essere in grado di fare quello che stanno facendo…
Pertanto, in conclusione, a me sembra piuttosto riduttivo parlare di questioni culturali e di riqualificazioni urbane. Mentre appare ormai ineludibile una rapida e radicale inversione delle tendenze politiche predette, cosa che però inevitabilmente comporta un chiarimento sui reciproci interessi ed obiettivi con i nostri liberatori/padroni americani.
Ringrazio anticipatamente per l’attenzione,
Giuliano Guerrieri

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