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Lo sporco in centro Varese

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28 Aprile 2007

Egregio Direttore di Varesenews ,

Ho notato che da un po’ di tempo, finalmente, anche Varese di sera si sta vivacizzando.
E questo mi piace. Il centro è popolato, i bar affollati e nella piazza del centro, forse perché l’hanno abbellita , ma c’è un po’più di allegria.
Si, devo proprio dire che Varese si sta portando avanti, un po’ come le città d’arte che in estate sono piene di gente. Spero proprio che sia finito il mortorio serale di Varese . Il centro si sta ripopolando come 30-35 anni fa, quando era bello trovarsi con gli amici per divertirci e far tardi.
Si è vero che dove c’è gente si sporca un po’, che al mattino i netturbini devono far pulizia, ma penso che ne valga la pena per una città viva. Il problema della pulizie è comunque un problema di tutte le città.
Piuttosto che guardare lo sporco che rimane dopo una festa, poiché penso che sia una festa vedere tanta gente, soprattutto giovani, che si intrattengono in piazza e nelle vie del centro piacevolmente alla sera senza paure, guardiamo invece, se vogliamo parlare di sporco, tutti i sacchi dell’immondizia e tutti i cartoni con scatole e scatolette, che come fiori (città giardino) sono su tutti gli angoli e le vie delle strade e sotto i porticati del centro già dal primo pomeriggio lasciate dai commercianti e non alla sera dopo la chiusura. Lo sporco è anche questo.
Per quanto riguarda i bisogni, a mio parere sarebbe opportuno tenere aperto anche la toilette pubblica. Questo è un compito comunale, un servizio al cittadino, penso .
In altre città questo esiste già. Poi se qualcuno è maleducato… .. che ci vogliamo fare. Sarà sempre un maleducato. Un maleducato giovane sarà sempre un maleducato adulto. Non tutti sono così.
Tralascio comunque la cacca dei cani, che non solo di sera non vengono tolte dai loro amici padroni dai marciapiedi, ma anche in pieno giorno.
Del resto i maleducati, devo convenire, non ci sono solo nei giovani ma anche tra quelli che non lo sono più, come ho già accennato.

Ci sarebbe ancora molto da dire ma preferisco terminare qui.

Enzo Crenna, Uno che non ha più vent’ anni

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